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Il caso Marchisio tra legamenti sani rapporti tesi referti e comunicati

Da sette mesi a sette giorni (circa) di prognosi, il surreale pomeriggio di Claudio Marchisio che ha lasciato Coverciano all’ora di pranzo con il sospetto che la sua stagione fosse …

Redazione VN

Da sette mesi a sette giorni (circa) di prognosi, il surreale pomeriggio di Claudio Marchisio che ha lasciato Coverciano all’ora di pranzo con il sospetto che la sua stagione fosse finita ed è uscito dalla clinica Fornaca di Torino alle 11 di venerdì sera con il cuore così gonfio di felicità da accarezzare l’ipotesi di volare in Bulgaria per giocare con la Nazionale. Al di là delle battute, utili a sdrammatizzare un caso che ha esasperato la tensione tra Conte e la Juventus e rischiato di rovinare l’avvicinamento dei bianconeri ai quarti di finale di Champions League contro il Monaco, rimane la guerra dei referti clinici.

È una storia di legamenti per fortuna sani e di rapporti tesi. Fabio Fanfani, responsabile dell’omonima struttura nel cuore di Firenze, una delle più famose della Toscana, in cui Marchisio è stato sottoposto alla prima risonanza magnetica, ribadisce con forza la diagnosi della sua struttura, poi veicolata dal professor Castellacci attraverso la Federcalcio: «Non abbiamo mai parlato di lesione totale, ma subtotale (cioè parziale) del legamento crociato anteriore destro, sottoscritta da tre radiologi che vantano un’esperienza trentennale».

La guerra delle risonanze è clamorosa. Quella dell’istituto di analisi fiorentino è stata inviata in tempo reale sia al professor Castellacci che allo stesso Marchisio ed entrambi la conservano sul telefonino. La Juve, invece, ha negato qualsiasi lesione. Nel mezzo navigano mille ipotesi e ballano le interpretazioni. «Il nostro è un referto medico, quello della Juve un comunicato di una società», precisa il dottor Fanfani che aggiunge: «Ci sono casi di giocatori che convivono con lesioni parziali continuando la propria attività agonistica».

Il ginocchio destro di Marchisio è tormentato: nel 2009 è stato operato di menisco e nell’agosto 2013, durante la Supercoppa italiana, era andato k.o. per una lesione al collaterale mediale. Ma è impensabile che i vecchi infortuni abbiano condizionato il primo esame. E allora cosa può essere cambiato in meno 10 ore? Il professor Castellacci, responsabile medico della Nazionale, è risentito per come è stato tirato in mezzo alla vicenda: «Il nostro comportamento è stato lineare. Abbiamo deciso di sottoporre Marchisio a esami radiologici e subito dopo lo abbiamo rimandato alla Juventus, tutto nella massima trasparenza. Ho fiducia nei colleghi radiologi, sia quelli di Torino che di Firenze. I referti sono diversi e un po’ di dubbi dentro di me li conservo. Se il secondo dice una cosa, non è detto che il primo sia sbagliato…». Resta la soddisfazione di Marchisio, che si è sottoposto a controlli e test di stabilità e ha cominciato le terapie per la distorsione al ginocchio. Il Principino, secondo la Juve, dovrebbe essere pronto già per la sfida prepasquale contro l’Empoli, ma Allegri lo risparmierà: da decidere se il centrocampista tornerà a Firenze nella semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina il 7 aprile o se sarà rilanciato la settimana successiva nell’andata dei quarti di finale della Champions contro il Monaco. La partita più importante della primavera bianconera.

Alessandro Bocci - Corriere della Sera