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Dal Chievo all’Atalanta: un mese per puntare in alto

Pausa di riflessione. Mentre Montella aspetta di riavere per le mani i giocatori impegnati con le nazionali, tutti si fanno la stessa domanda: dove può arrivare la Fiorentina? Resterà una …

Redazione VN

Pausa di riflessione. Mentre Montella aspetta di riavere per le mani i giocatori impegnati con le nazionali, tutti si fanno la stessa domanda: dove può arrivare la Fiorentina? Resterà una bellissima espressione di calcio o diventerà anche solida realtà? Il bilancio, ad oggi, è certamente positivo. Anche perché il calendario non era una passeggiata. Adesso però è vietato fermarsi. La prima tappa passa domenica prossima da Verona, sponda Chievo. Una squadra partita malissimo quest’anno, ma che pare aver svoltato dopo il cambio di allenatore. Corini conosce l’ambiente, ha trasmesso nuovo entusiasmo, tuttavia i valori in gioco non sono paragonabili. E poi il Bentegodi è da sempre stadio amico alla Fiorentina. L’obiettivo insomma, è vincere.

Più complicato il discorso in vista della nona giornata, quando a Firenze si presenterà la Lazio di Petkovic. Insieme a Montella, l’allenatore più intrigante della Serie A. Idee, serietà, lavoro e risultati. La sua Lazio viaggia a mille all’ora. Terza in classifica al pari dell’Inter. Un paio di campioni (Klose ed Hernanes) e tanta corsa. Non solo. Lontano dall’Olimpico è quasi imbattibile. Tre vittorie e una sconfitta al San Paolo, per il momento. Tanta roba. Probabilmente il peggior avversario possibile da ospitare. I tre punti sono naturalmente sempre possibili, ma è una gara da tripla. Sicuramente difficile. Tre giorni dopo (il 31 ottobre) i viola saranno impegnati a Marassi, contro il Genoa. Un

turno infrasettimanale abbordabile, per quanto visto nelle prime sette giornate. (...)

Altri tre giorni, e al Franchi si presenterà il Cagliari. Altra realtà sull’orlo di una crisi di nervi, tra stadi fantasma, presidente esagitato (e autosospeso) e allenatori cambiati. Via Ficcadenti e dentro la strana coppia Pulga-Lopez. Quindi Milano, e il Milan. Dura pensare di mettere in conto tre punti, nonostante questo sia il Diavolo più triste e scarso dai tempi di Tabarez e Dugarry. Anche perché (infortuni permettendo) a quel punto i rossoneri avranno a disposizione il miglior Robinho e un Pato a pieno regime. Infine l’Atalanta, in casa. Vale lo stesso discorso fatto per le altre partite interne, Lazio esclusa. Obbligatori i tre punti. Un mese, e sei partite per avere le idee più chiare. La Fiorentina può pensare di ottenere (almeno) tre vittorie, con Chievo, Cagliari e Atalanta. Pareggiando con Lazio e Genoa, e perdendo col Milan, sarebbero undici punti. In pratica, dopo tredici gare Montella sarebbe a quota 22. Una media da 1,69 a partita. A fine anno sarebbero 64. Gli stessi ottenuti dall’Udinese lo scorso anno. Quando arrivò terza, guadagnandosi il preliminare di Champions. Solo teoria, solo aritmetica? Fra un mese, appunto, sapremo la verità.

Matteo Magrini - La Repubblica