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Il Billy Beane del calcio italiano

Il ritratto di Macia e il suo metodo di lavoro (COMMENTA)

Redazione VN

Billy Beane. Un nome che ai più non dice molto, ma se passi l’Oceano e chiedi a chi segue il baseball — praticamente due continenti — non avrebbe esitazioni: è il general manager degli Oakland Athletics (squadra delle Majors) che seleziona giocatori basandosi quasi esclusivamente sulla loro qualità numeriche. Il tutto utilizzando pc, database e una montagna di schede di valutazione dei giocatori. Sistema che ormai è stato sposato anche dai più scettici, come i Boston Red Sox che non vincevano il titolo da 86 anni. Poi le teorie di Beane furono decisive per rompere la ‘maledizione di Babe Ruth’. Un lungo preambolo per spiegare come il Billy Beane del Vecchio continente sia ora alla Fiorentina e che lavora fianco a fianco di Pradè.

Già, perchè Eduardo Macia da sempre ha applicato al suo modo di fare calcio questi principi. Sono nate così tante operazioni di mercato, sottoscritte da Pradè che si fida ciecamente del suo braccio destro. Braccio armato di pc e caricato a schede da una squadra di osservatori che praticamente coprono tutti i continenti. I numeri sono una parte importante del lavoro del direttore tecnico viola che alle sue spalle ha una breve parentesi come difensore centrale, stroncata a 21 anni da un infortunio. Il calcio ha forse perso un protagonista in campo, ma ha acquistato un dirigente con i fiocchi. Macia ha iniziato il suo lavoro con i giovani, al Valencia, maturando esperienze come scopritore di talenti. Missione che lo ha portato alla ribalta, tanto che il Liverpool si occorge di lui e gli affida i più grandi. Terminata l’esperienza inglese, cambia completamente orizzonte e vola in Grecia, ad Atene sponda Olympiacos. La crisi economica che attraversa la penisola ellenica, ma anche le offerte della Fiorentina lo spingono a cambiare ancora. E a Firenze arriva nel gennaio del 2012, dando il via alla rivoluzione viola che ci manifesta poi nella stagione successiva. Quella dell’avvento di Pradé e del nuovo corso.

Dicevamo della squadra che lavora agli «ordini» della coppia mercato. Pradè spedisce Stefano Desideri a seguire giocatori già nel mirino della Fiorentina, mentre Macia ha una squadra più ampia e strutturata. C’è Jacob Hansen, con lo spagnolo già ai tempi di Valencia e dell’Inghilterra a Liverpool. Ha un compito più articolato visto che scandaglia l’Europa e studia le caratteristiche di tantissimi giocatori. Potenziali campioni, ma anche elementi potenzialmente funzionali al tipo di squadra disegnata in campo dalle idee tattiche di Montella. Ci sono anche altri quattro osservatori che hanno il compito di viaggiare per il mondo come veri e propri talent scout e per seguire — magari — i giocatori di proprietà mandati a farsi le osse in altre squadre e campionati. Poi c'è lei. Visiliki Pappa, per tutti Vicki, greca ma cittadina del mondo grazie alla sua conoscenza delle lingue straniere. lavora con Macia dai tempi di Liverpool e si è guadagnata la stima in un mondo tradizionalmente maschilista con una conoscenza profonda del calcio. Se Macia è l’uomo che lavora dietro le quinte, lei è la donna invisibile ma il suo prezioso lavoro organizza quello degli altri. Billy Beane approverebbe, gli appassionati di Fiorentina ancora di più, perchè il Rinascimento viola inizia proprio da qui. Montella ringrazia, i tifosi pure.

Giampaolo Marchini - La Nazione