Se spareggio Champions doveva essere, il pugno assestato dalla Lazio è di quelli che rischiano di tramortire. Quattro gol, una supremazia quasi imbarazzante e la voglia di arrivare il prima possibile al fischio finale dipinta negli occhi di Montella e dei suoi giocatori. Se insomma la stagione della Fiorentina fosse passata tutta dalla sfida con i biancocelesti, ci sarebbe solo da leccarsi le ferite e raccogliere i cocci. E invece dopo tredici partite senza perdere una partita, e una classifica che resta aperta a ogni obiettivo (quattro punti dalla coppia Napoli-Lazio al terzo posto), il rovinoso capitombolo dell’Olimpico potrebbe perfino essere archiviato come una clamorosa sbandata, o come un (forse anche salutare) ritorno sulla terra.
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I viola tornano sulla Terra
L’analisi del Corriere Fiorentino: clamorosa sbandata in quello che doveva essere uno spareggio Champions
In fondo lo stesso Montella alla vigilia aveva fatto capire quanto temesse questa trasferta, il terzo big match in una settimana, alla fine di un mese vissuto in apnea, più in aereo e in treno che sul campo di allenamento. Attenuanti? Forse, ma anche la realtà di un calendario fittissimo che sta mettendo a dura prova la pur copiosa rosa della Fiorentina. A partire dall’attacco dove la contemporanea assenza di Babacar e di Gomez ha pesato tantissimo con Ilicic incapace di rappresentare un punto di riferimento offensivo e con lo stesso Salah che, ancora una volta in campo per novanta minuti, stavolta non è riuscito a ripetere le magie delle ultime settimane. Prevedibile però, soprattutto perché inserito in un attacco abbastanza atipico che non lo aiutato a liberarsi negli spazi e a trovare il giusto passo di gara.
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Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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