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I magistrati: “Combine provate, ma il calcio resta sano”

Praticamente annunciata da giorni, è arrivata la svolta firmata dalla Procura della Repubblica di Bari. Nella notte tra domenica e lunedì sono stati arrestati Andrea Masiello sarà interrogato domani, ex …

Redazione VN

Praticamente annunciata da giorni, è arrivata la svolta firmata dalla Procura della Repubblica di Bari. Nella notte tra domenica e lunedì sono stati arrestati Andrea Masiello sarà interrogato domani, ex calciatore del Bari e ora tesserato con l'Atalanta, e i suoi amici scommettitori Giovanni Carella e Fabio Giacobbe saranno sentiti stamattina. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti a Bari, Roma e Bergamo, dove è stato prelevato Masiello: per tutti, rinchiusi da ieri mattina nella casa circondariale di Bari, il reato contestato è associazione per delinquere finalizzata alla frode in competizioni sportive. Sono indagati, tra una ventina di persone, anche Portanova, difensore del Bologna, e altri 7 ex calciatori del Bari: Bellavista, Belmonte, Bentivoglio, Esposito, Ghezzal, Parisi e Rossi.

Genoa, che novità

Sono 5 le partite, con la «novità» di Bari-Genoa, finite nel mirino del procuratore capo Laudati e dei sostituti Angelillis e Dentamaro, presenti alla conferenza stampa col colonnello Iacovelli del comando provinciale dei carabinieri e col tenente colonnello Rizzo, alla guida del reparto operativo. «Tutte partite del Bari — ha detto Laudati —. Il derby col Lecce, 0-2, unico incontro per il quale non ci sono state scommesse, Bologna-Bari 0-4 e Cesena-Bari 1-0 dello scorso campionato, Bari-Genoa 3-0 e Udinese-Bari 3-3, del maggio 2010, quindi Serie A di due stagioni fa. L'alterazione del risultato è ampiamente provata, per le ammissioni dei protagonisti. Entro pochi giorni questa tranche sarà chiusa e trasmetteremo gli atti alla Procura federale, che persegue altri obiettivi rispetto all'indagine penale, tendente a scoprire interferenze nel sistema calcio».

Derby, quante prove

Laudati non parla del ruolo dei 3 arrestati, invece è diretto su Bari-Lecce che, il 15 maggio 2011, valse la salvezza della squadra salentina sul campo dei biancorossi, già retrocessi in B. «Tra una società e alcuni tesserati dell'altra, c'è passaggio di un assegno dato in garanzia e, a seguito del risultato acquisito, poi cambiato in contanti — ha spiegato il procuratore —. Non abbiamo solo prove documentali, ma anche patrimoniali e la registrazione, attraverso tabulati telefonici, degli spostamenti degli indagati».

Bari-Livorno, la chiave

L'indagine è scattata dopo la segnalazione di un'agenzia austriaca, che l'1 dicembre 2010 riscontrò un flusso anomalo di scommesse nell'intervallo di Bari-Livorno, di Coppa Italia, finita 4-1. «Il vecchio Totocalcio è solo un ricordo, ora si può puntare su tutto, anche su un calcio d'angolo o sull'orario di un gol — ha sottolineato Laudati —. E il meccanismo "Over" consente di rovesciare il risultato sportivo, on line e durante la partita. Abbiamo seguito tre filoni. Primo, l'infedeltà di qualche calciatore, anche se il sistema calcio è sano; secondo, le infiltrazioni di scommettitori stranieri; terzo, il ruolo della criminalità organizzata. Verifichiamo se si rispettano le norme anti-riciclaggio, previste per scommesse che superano un importo. E valutiamo il legame con broker stranieri, che, non prevedendo l'identificazione di chi riscuote dopo una scommessa vinta, agevolano puntate che comportano rischi limitati nel tentativo di riciclare denaro».

La Gazzetta dello Sport