Era stato scelto. Poi sono piovuti fischi dalla curva e Ranieri è rimasto a galleggio come un novellino qualsiasi, lui che ha allenato molte squadre top fra le tredici che gli sono toccate in carriera. Chelsea a parte, dal 2007 Juve, Roma e Inter, le ultime due prese in corsa come risolvitore di problemi. Per i tifosi viola però il problema principale è rompere con il passato, accogliere l’irruzione di una ventata fresca, uscire dalla psicosi del già visto, liberarsi dall’idea calcio passato da queste parti. E’ come se per questo Zeman — sana follìa, rischi incalcolabili, fascino da film — resta l’icona dell’elettrochoc viola. La rottura più adatta per riunire i cocci.
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I giorni di Ranieri: contatti, paure, patto del silenzio
Lo stallo del romano de’ Firenze
Ma Ranieri ha la precedenza dettata dal primo approccio. E ora l’apnea: silenzi, contatti rari, risposte azzerate negli sms. Vita dura anche per un Marine delle tensioni come lui. La vita sospesa sul nulla o sul molto è comunque una scocciatura, 15 anni di carriera da calciatore e 26 da allenatore servono a poco quando l’ultima telefonata non arriva. Forse oggi, forse domani. Ranieri ha vissuto tensioni in Spagna, Inghilterra e, fra gli altri posti, anche a Roma dove è arrivato dopo Spalletti. Scudetto sfiorato contro l’Inter. E ora la paura di sfiorare Firenze.
Angelo Giorgetti - La Nazione
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