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I fari dell’Antitrust: «Sui diritti tv della A sospetto di un patto»

«Accordo restrittivo della concorrenza». Così, quasi un anno dopo, l’Antitrust bolla – con il beneficio del dubbio, ovviamente – l’intesa tra Sky e Mediaset sui diritti tv della Serie A …

Redazione VN

«Accordo restrittivo della concorrenza». Così, quasi un anno dopo, l’Antitrust bolla – con il beneficio del dubbio, ovviamente – l’intesa tra Sky e Mediaset sui diritti tv della Serie A 2015-18 che evitò una guerra legale senza precedenti. L’Authority ha deciso di aprire un’istruttoria nei confronti delle due emittenti ma anche di Lega e Infront: l’ipotesi è che la vendita dei diritti pay del campionato sia avvenuta «in seguito ad accordi ripartitori tra Sky e Mediaset, favoriti dalla stessa Lega». E per cercare prove a supporto, ieri la Guardia di Finanza ha effettuato una serie di perquisizioni nelle sedi dei quattro soggetti coinvolti. L’inchiesta si concluderà entro il 30 aprile 2016. Difficile prevedere le conseguenze: se venissero ravvisate delle irregolarità, l’Antitrust potrebbe comminare delle multe o, addirittura, invalidare l’asta.

I FATTI L’asta del giugno 2014 per l’assegnazione delle dirette aveva avuto un esito imprevisto: i due concorrenti avevano presentato offerte anche per la piattaforma altrui, quelle più alte erano entrambe di Sky (357 milioni annui per il pacchetto A, 422 per il B), mentre Mediaset aveva presentato un’offerta condizionata di 306 milioni per il pacchetto D, quello di 132 partite in esclusiva. Lega e Infront avevano deciso di non assegnare a Sky entrambi i pacchetti A e B: «Abbiamo concepito quei pacchetti per piattaforma e non per contenuto, e poi non è possibile la concentrazione degli stessi in capo a uno stesso soggetto per la regola del no single buyer». Da qui l’ira di Murdoch, la presentazione di una diffida e l’intimazione di procedere all’assegnazione «nel rispetto delle regole del bando». Un bel pasticcio. Ore, giorni infuocati, telefonate bollenti, incontri reali o presunti. In assemblea la maggioranza era orientata ad assegnare i due pacchetti principali in maniera incrociata (a Sky il digitale, a Mediaset il satellite) facendo scattare l’opzione di Mediaset per il pacchetto D. Alcuni club come Roma, Fiorentina, Napoli e Juventus si erano opposti, con Andrea Agnelli a suggerire di rifare il bando scontrandosi con Claudio Lotito. In extremis si giunse a un accordo: a Sky sarebbero andate tutte le 380 partite del campionato, di cui 132 in esclusiva, con un investimento da 572 milioni; a Mediaset le gare in casa e trasferta (248 in tutto) di 8 squadre tra cui Inter, Juventus, Milan, Napoli e Roma per una spesa di 373 milioni.

SUBLICENZA Formalmente, l’esito dell’asta fu diverso: la Lega assegnò il pacchetto A a Sky, il B e il D a Mediaset. Poi i due broadcaster si sarebbero scambiati i diritti attraverso il meccanismo della sublicenza, concessa grazie a una deroga di Antitrust e Agcom. E proprio questo particolare è stato ieri ricordato da Mediaset in un comunicato: «L’assegnazione è stata perfettamente regolare, gli accordi definitivi hanno ricevuto il benestare sia di Agcom sia di Antitrust in conformità con la Legge Melandri». Sky, dal canto suo, non commenta. Ma da quegli ambienti si fa notare come l’Antitrust, nero su bianco, abbia scritto che «ad esito della procedura, a Sky avrebbero dovuto essere assegnati i pacchetti A e B. Rti (Mediaset, ndr) aveva invece presentato l’offerta più alta per il solo pacchetto D, condizionata all’ottenimento di uno dei pacchetti A o B». Certo, stupisce che la sublicenza sia stata concessa la scorsa estate e solo molti mesi dopo l’Antitrust abbia deciso di avviare un’inchiesta. Che non è partita da una denuncia – si precisa – bensì da notizie di stampa del febbraio di quest’anno.

SUI GIORNALI Si potrebbe trattare delle dichiarazioni di Claudio Lotito carpite nella conversazione con Iodice: «I diritti televisivi hanno portato un miliardo e due grazie alla mia bravura che so’ riuscito a mette’ d’accordo Sky e Mediaset, in dieci anni nessuno aveva mai fatto parla’ Murdoch e Berlusconi». In realtà, di intesa si parlò subito. «E alla fine c’è l’accordo», titolò la Gazzetta il 27 giugno 2014. Da quel momento sono cambiate diverse cose. La tregua tra i due duellanti della pay tv in Italia si è via via frantumata. Nonostante i recenti incontri ai massimi livelli tra Berlusconi e Murdoch, nonostante i rumors su un’integrazione di Mediaset Premium in Sky Europe e su un accordo per i diritti della Champions 2015-18 finiti in mano al Biscione, il clima di sospetti reciproci regna sovrano. E c’è di più. Il pacchetto C della Serie A, cioè i diritti accessori tipo le telecamere negli spogliatoi e la priorità nelle interviste, sarebbe dovuto andare a Sky nell’ambito dell’accordo. Invece, dopo che la Lega l’ha rimesso sul mercato, proprio nei giorni scorsi è spuntata Mediaset con un’offerta superiore. Venerdì l’assemblea dei club dovrà decidere cosa fare, la tensione è alle stelle.

Marco Iaria - La Gazzetta dello Sport