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Hamrin e un volo con Messi

Arrivato a 80 anni, Kurt Hamrin si è permesso un paragone con Lionel Messi. Credeteci, ha ragione. C’è una somiglianza fra loro due, c’è una maniera di giocare che li unisce …

Redazione VN

Arrivato a 80 anni, Kurt Hamrin si è permesso un paragone con Lionel Messi. Credeteci, ha ragione. C’è una somiglianza fra loro due, c’è una maniera di giocare che li unisce anche se il confronto può sembrare impari. Quel modo di tenere la testa bassa e di vedere ugualmente tutto, quell’apparente fragilità fatta di ferro, quelle furbe partenze da fermo, quel giocare per vie dirette con piccoli tocchi all’apparenza innocui, quel senso freddo e implacabile del gol segnato senza sprecare un gesto. Ha ragione, il nostro Kurt a rivedersi nel fuoriclasse argentino che divide con Cristiano Ronaldo il podio del più grande. Forse Messi è l’evoluzione finale del progetto Hamrin, nel calcio succede che si arrivi a un fuoriclasse passando per altri campioni dai quali si eredita misteriosamente qualcosa senza neanche conoscerli, senza nem-meno saperlo. E la Pulce forse non lo sa e forse non lo saprà mai che deriva dall’Uccellino. Uccellino era il soprannome che il grande giornalista Beppe Pegolotti aveva inventato per Hamrin e che sintetizzava con efficacia sia l’aspetto gentile e leggero del giocatore, sia il suo modo saltabeccante di condurre l’azione che aveva sempre come unico scopo il gol. Julinho, che lo aveva preceduto in maglia viola, esibiva un tipo di altruismo che si impossessava di lui negli ultimi metri del campo, quando si disponeva a giocare per gli altri dopo aver giocato per se stesso. Hamrin, invece, coltivava un istintivo egoismo — l’egoismo dell’uomo gol — che diventava infine altruismo perché veniva destinato al servizio della squadra. Kurt ci metteva il gol che, appena segnato, non era più suo, ma diventava di tutti. E nessuno protestava.

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Sandro Picchi - Corriere Fiorentino