E così Higuain ce l’ha fatta. Si dice che i record sono fatti per essere battuti, e quello di Nordahl ha resistito 66 anni. Un allenatore di oggi, si ritrovasse in rosa Nordahl, lo terrebbe fuori rosa per troppa ciccia, ma quelli erano altri tempi e Nordahl è stato un grande. Ai ragazzini sembrava di rivedere i film con Maciste, Sansone, Ursus. A Nordahl si aggrappavano i difensori, se li scrollava di dosso e faceva gol. Era la sua specialità: 56 in 77 partite nel Degerfors, 93 in 95 partite nel Norrkoeping, 210 in 257 partite nel Milan, calciando in tutto 2 rigori, “solo” 15 in 34 nella Roma. E 43 in 33 partite con la Nazionale svedese. Era nato vicino al Circolo polare, padre fabbro madre sarta, lui tornitore e poi calciatore come tutti i fratelli: Knut e Bertil arrivano al professionismo, Goesta e Goiam no. Lo chiamavano il Pompiere, perché per ingaggiarlo il Norrkoeping gli aveva assicurato un posto da pompiere, stipendio buono e pensione quando sarà il momento. Era un modo per aggirare il dilettantismo. Gunnar fu il primo del Gre-No-Li ad arrivare in Italia, nell’inverno del ‘49, si dice per il fairplay di Gianni Agnelli. La Juve aveva soffiato il danese Ploeger al Milan, che protestò, e l’Avvocato cancellò la macchia. Secondo un’altra versione, fu l’ungherese Czeizler, allenatore della Svezia che vinse le Olimpiadi del ‘48 a Londra, a segnalarlo al Milan, che lui stesso avrebbe allenato. C’erano duemila tifosi scatenati alla Stazione Centrale, e solo due carabinieri: vetri rotti, 4 feriti. Tre giorni dopo Gunnar segnava il suo primo gol alla Pro Patria e sei mesi dopo, convinti da lui, arrivarono anche Gren e Liedholm.
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Gunnar e Gonzalo un record durato 50 anni
Higuain ha battuto ieri il record del gol segnati nella massima serie che era di Nordahl
Nordahl aveva già 28 anni, un fisico massiccio (1.80 x 90 kg abbondanti), ma non ne approfittava, era correttissimo. Un giorno colpì con una gomitata involontaria un difensore della Samp, rimasto a terra. Se ne accorse, stoppò corsa e pallone, tornò indietro per scusarsi. “Terrificante ammasso di muscoli”, scrissero i cronisti dell’epoca. Il classico gigante buono, come Charles, ma forte in tutto, non solo di testa: destro, sinistro, tiri da fuori o tocchi ravvicinati in acrobazia. Fisicamente lo si può paragonare a Pecos Bill Virgili, della Fiorentina, ma anche a Bobo Vieri. Umile, generoso, quasi timido fuori campo, fece moda pettinandosi con la riga in mezzo. Con Liedholm, fece anche pubblicità a un vermuth. Amava l’Italia, dove aveva molti amici e tornava volentieri. È morto, il 15 settembre 1995 ad Alghero, fatale un terzo infarto, mentre nuotava in piscina con un costume rosso e nero.
Gianni Mura - La Repubblica
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