«Io il russo lo tengo a digiuno per tutta la settimana, per questo poi quando entra in campo sbrana l’avversario», così il grande Eraldo Pecci anticipava nella stagione del quasi scudetto la domenica di Pietro Vierchowod, insieme a Daniel Passarella, il più grande difensore mai visto a Firenze dai tempi del primo scudetto. Peccato che sia durato una sola stagione, però indimenticabile. Timido fuori dal campo, al massimo un paio di interviste, un autentico spettacolo di potenza atletica quando indossava la maglia numero 5 viola. E segnava pure, perché si buttava in attacco con la forza di un Tir e viene il magone a pensare a cosa sarebbe stata l’accopp iata con il Caudillo argenti no, che arrivò proprio mentre lui se ne tornava alla Sampdoria per fine prestito.
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Guetta scrive: “Vierchowod, il «russo» che Pecci lasciava digiuno”
L'incipit dell'articolo in edicola sul Corriere Fiorentino
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