Bisognava vederlo Pepito - scrive David Guetta sul Corriere Fiorentino - in quella di sera di maggio dopo la partita col Sassuolo. Incrociato vicino alla mezzanotte, dopo aver segnato su rigore ed essere andato vicino al raddoppio personale, era il ritratto della felicità. Aveva voglia di parlare con tutti, perfino con i giornalisti. Siccome il ragazzo aveva regalato a tanti momenti di estasi calcistica indimenticabili per via della tripletta alla Juve, era giusto superare per una volta la naturale ritrosia ad uscire dai binari professionali e così è cominciata una chiacchierata che a ripensarci oggi fa tenerezza. Era veramente convinto di andare ai mondiali in Brasile e li considerava in pratica un risarcimento per la mancata convocazione di Lippi in Sudafrica. Difficile dargli torto, anche perché appena 4 mesi prima era il capocannoniere del campionato italiano, il talento più puro del calcio italiano. "Ma come stai, davvero?", gli chiesi. "Sto benissimo, mi manca solo il ritmo partita". La fine del sogno è nota e mette pure tristezza: niente Brasile e neppure Fiorentina per un altro interminabile anno e a tutti rimane il grande dubbio di non sapere mai cosa sarebbe stato e cosa sarebbe andata con lui in campo.
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Guetta ricorda: “Pepito, che tenerezza tra risate e sogni infranti”
Due anni fa, dopo la partita col Sassuolo, Rossi era sicuro di poter andare ai mondiali in Brasile. Ma non fu così
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