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Guetta: “Campedelli, l’Harry Potter dei presidenti. E quella lezione a Mancini”

La nota voce viola ricorda la sconfitta della Fiorentina contro il Chievo nell'estate 2001

Redazione VN

Vi proponiamo l'articolo di David Guetta sull'edizione odierna del Corriere Fiorentino:

Non lo conosceva nessuno e si aggirava passeggiando sul prato dello stadio di Pistoia in tutta tranquillità. Mi dissero che era il presidente del Chievo, tal Campdelli, e così andai ad intervistarlo in vista del prossimo esordio in campionato a Firenze. «Non abbiamo nessuna possibilità, i viola sono troppo forti e non a caso hanno vinto la Coppa Italia». Estate del 2001, l’ultima della vecchia Fiorentina prima del fallimento, quella di Hamrin, De Sisti, Antognoni, Baggio e Batistuta. Che vuoi che sia insomma l’esordio contro una squadra di quartiere, un’entità calcistica inferiore anche ai cugini dell’Empoli? Una pura formalità. «Però faremo la nostra partita, abbiamo un gioco a cui non vogliamo rinunciare», aggiunse il giovane signore, così tanto assomigliante al maghetto Harry Potter. Altro che «nostra partita!» Del Neri fece letteralmente a pezzi Roberto Mancini, che schierò una squadra molto presuntuosa e alla fine qualcuno al Franchi si alzò in piedi ed applaudì convinto i gialloblu. Perché il Chievo giocava davvero troppo bene, pur avendo un numero imprecisato di sconosciuti. Rividi Harry Potter/Campedelli un’oretta dopo la partita e mi sembrò lo stesso di Pistoia. Nessun sorriso, voce bassa e profilo, se possibile, ancora più giù. «Presidente, avete cominciato col botto...». «Guardi che mancano ancora 37 punti alla salvezza e chissà se ce la faremo».