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Guerini, il guerriero sfortunato con la maglia viola sottopelle

Il ritratto del nuovo tecnico viola a cura di Giampiero Masieri

Redazione VN

Chissà, forse un saluto di cuore, il primo, gli è arrivato da Carlo Mazzone, come sempre da Ascoli, dove il calcio arriva di rimbalzo. Come mai Mazzone? Impossibile, per chi le ha vissute, dimenticare le ore all’ospedale di San Giovanni di Dio dove Guerini veniva operato dopo l’incidente stradale. Giovanissimo, era già in nazionale. Aveva tutto, a cominciare dal carattere. Fu operato anche a Vienna nel tentativo di riportarlo al pallone. La Fiorentina non lo lasciò solo.

Rodolfo Melloni e quattro o cinque giornalisti andarono da lui a Vienna, in aereo, a far finta di sperare che tutto sarebbe finito bene. Sono passati tanti anni, e viene spontaneo affermare che Guerini è dei nostri, appartiere ai nostri affetti di gente da calcio, ai dolori di quella sera, con Mazzone in quei corridoi, ma anche alla gioia, forse banale, ma autentica, del suo ritorno in viola, sul campo, fra noi. Tanto calcio perduto, nella vita di Guerini, rimpianti e amarezze. Ma la Firenze che non vive solo di gol lo ha con sé, e vorremmo che i tifosi più giovani imparassero a conoscerlo e a vedere in lui non un ex calciatore che stava per diventare campione, ma un uomo che ha perso molto nella vita, e tuttavia sa andare avanti senza dimenticare i sorrisi.

Giampiero Masieri - la Nazione