Ultima partita in Nazionale: 7 giugno 2008, amichevole premondiale contro gli Usa. C’erano Roberto Carlos, Mascherano, un giovanissimo Aguero, il promettente Messi. E lui, Gonzalo Javier Rodriguez, ventiquattrenne da sbarco. L’ammaraggio in Nazionale in realtà è finito lì, dopo 6 partite Gonzalo ha preso strade diverse e il calcio l’ha portato altrove, lontano dalle preferenze dei Ct e vicinissimo alle scelte di altri allenatori, compresi Manuel Pellegrini e Vincenzo Montella che non potendolo clonare l’hanno fatto giocare sempre.
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Gonzalo, l’altro fenomeno
Insostituibile e modesto, quanto vale il difensore! (COMMENTA)
Chi lo conosce fuori dal campo ne parla con prudenza, forte è infatti il timore di offrire al pubblico aspetti che l’introverso Gonzalo condivide solo con gli amici. La passione per il rock, quella in particolare per i Rolling Stones, la fissa di imparare a suonare la batteria fino a raggiungere — dicono — momenti di estasi ritmica consegnabili a un cd, casomai qualche produttore volesse interessarsene. Javier va forte anche lì. (...)
Gonzalo è un campione sottovalutato, certo non da Firenze, ma l’importante è che per lui la vita in periferia rispetto all’Argentina abbia un impatto limitato. Nessun complesso d’inferiorità (sennò anche Borja Valero avrebbe cambiato nazionalità da tempo), su questo chi conosce Gonzalo è pronto a scommetterci. (...) Un sorriso nascosto dedicato solo a Neto: tranquillo amico, ci sono qua io.
La Nazione
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