La Fiorentina è andata avanti senza Mario Gomez. Poi senza Pepito Rossi. Montella ha messo le mani e le idee sul suo mosaico per inventare e reinventare moduli e schemi, seguendo il corso dei verdetti medici e della sfortuna. Ha sistemato Aquilani davanti alla difesa pensando un po’ al presente e molto al futuro. Ha scosso la squadra, le ha trovato un centravanti (Matri) poi ne ha fatto a meno e poi lo ha rilanciato e quindi prima o poi proverà anche ad aggiungerne un altro.
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Gonzalo, il lato indispensabile della difesa
L’articolo di Benedetto Ferrara
Tutto si può fare, per far tornare i conti, tranne rinunciare a lui: il batterista argentino che suona il rock e comanda la difesa, il sosia del mitico Andrea Cambi, faccia da buono, personaggio vero. Perchè Gonzalo è Gonzalo. Solo il maestro Borja se la gioca con lui su questo piano. Sostituire loro non è facile. E, forse, nemmeno possibile. Sono leader naturali, gente che se gli stai accanto la vita diventa più facile. Ditelo a Savic, che quando non c’è Gonzalo sembra un altro. O a Compper. Già. Questione di fiducia, di carisma, di esperienza. E di anima guerriera, perché Gonzalo è il principe dei recuperi e se perdi l’uomo ci sta che lui se lo vada a prendere e di persona, te lo impacchetti e te lo porti a casa. Insomma, leader si nasce. E, infatti, Montella ieri aveva la faccia felice quando ha visto che il suo batterista argentino ha svolto tutto l’allenamento coi compagni. Che ha corso e calciato, insomma.
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