«L’Italia mi è sempre piaciuta, Firenze in particolare. Conoscevo già la bellezza di questa città, per questo da anni sapevo che se avessi lasciato la Germania avrei scelto una squadra spagnola o italiana». Mario Gomez si confessa al mensile GQ, nell’edizione di settembre, e ribadisce quella che è stata la ferrea volontà di vestire la maglia viola dopo la fine della sua esperienza a Monaco di Baviera. «Con il Bayern non c’è stata nessuna rottura — ricorda Gomez — semplicemente cercavo nuovi stimoli e soprattutto una squadra che mi desse l’opportunità di giocare con maggiore continuità. Ho ancora quattro o cinque anni di carriera ad alto livello, per questo motivo volevo la certezza di essere protagonista. Montella è un ottimo allenatore, che punta sempre a vincere. In più è stato un grande attaccante, quindi sa dare dei consigli molto importanti. Paragoni con altri campioni? Assolutamente no. Sono Mario Gomez e il mio obiettivo è quello di vincere con la Fiorentina».
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Gomez: “Firenze tra le più belle del mondo”
«L’Italia mi è sempre piaciuta, Firenze in particolare. Conoscevo già la bellezza di questa città, per questo da anni sapevo che se avessi lasciato la Germania avrei scelto una squadra …
Gomez, di sangue latino, conferma di aver scelto l’Italia anche per lo stile di vita: «Di sicuro lo spagnolo mi aiuterà nell’imparare la lingua, ma anche la cultura italiana mi ha sempre affascinato. Amo la mentalità del sud Europa. E poi come detto conoscevo già Firenze, sapevo che sarei venuto in una delle città più belle del mondo.
La gente di Firenze, poi, mi piace molto. Sono stato accolto benissimo e il feeling è stato praticamente immediato. Non mi preoccupano eventuali critiche, so che tanti considerano i fiorentini testardi, ironici e un po’ presuntuosi ma a me piacciono le persone che non hanno paura di dire cosa pensano, senza troppi peli sulla lingua».
Dunque l’ambientamento è andato benissimo, adesso non resta che continuare a segnare. E vincere. «Ma non dipenderà solo da me – conclude Gomez – il calcio resta un gioco di squadra, ed è sempre e solo la squadra che vince o che perde. All’allenatore spetta saper tirare fuori il meglio da tutti, ma i successi non dipendono mai soltanto da un singolo. Conta sempre il gruppo». Detto questo, Gomez si conferma comunque uomo copertina e non solo per questioni di sport. E’ di qualche giorno fa anche l’incontro con Hugo Boss stilista a livello mondiale, molto vicino al campione tedesco.
La Nazione
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