Sorrisi standard al ritorno da Torino, come per sottolineare la normalità di un fatto eccezionale solo per gli altri: dopo l’1-1 in casa della Juve non è il caso di montarsi la testa. Metà del lavoro dev’essere del resto finita. La Fiorentina si è immersa perciò con aria molto professionale nella piccola folla che l’aspettava alla stazione, fra cori e hurrà, cartelli artigianali e smartphone sguainati in densità plotone. Perché se la squadra funziona come sa, il resto arriva di conseguenza. Ma soprattutto se funziona Gomez il resto viene meglio.
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Gomez, così rinasce una stella
I compagni, Carina, i genitori: Mario Gomez è tornato a sorridere
Marione ha estratto con semplicità la prodezza dal suo repertorio — segno che la condizione fisica è buona — e l’effetto sorpresa è nato dal confronto con la prestazione di domenica scorsa: pochissimi palloni aveva strusciato Gomez contro la difesa della Juve, rivederlo all’improvviso in versione killer-definitivo ha lasciato la fragrantissima sensazione dell’operazione recupero conclusa.
Sei mesi e mezzo dopo l’ultimo gol segnato a Marassi (1 settembre) è arrivato il sigillo in casa della Juve, prodezza alla quale lo stesso Mario ha riservato una reazione sobria, senza effetti speciali né capriole da circo. Braccio teso e pugno alzato, un sorriso perfino rispettoso per il portiere appena battuto: per uno che in carriera ha segnato 0.56 gol a partita non è poi una gran novità trovare lo spazio giusto sotto il corpicione di Buffon. Ma forse, proprio in quel momento, Gomez ha rivisto il film delle settimane in cui il ginocchio faceva ancora male. La terapia di gruppo lo ha aiutato e insieme al clan familiare hanno giocato un ruolo importantissimo anche i compagni. Fino a quel «Ciao, zono Mario e faggio l’addaggande» scambiato con Montella e ripreso dalle telecamere il 5 febbraio al ritorno in gruppo, primo segnale di una normalità recuperata grazie alla coerenza e al rispetto della scelta fatta in estate.
Inserirsi, partecipare, vivere il gruppo anche da infortunato, imparare le abitudini dei fiorentini, assaporare le novità concedendosele un po’ alla volta: da poche settimane Gomez ha lasciato le colline fiorentine per vivere nel centro storico a poca distanza da Montella, Pradè e Rossi. Per molte settimane invece i genitori e il fratello gli sono stati vicini, soprattutto in occasione delle partite interne della Fiorentina che Gomez ha visto in tribuna allo stadio.
La fidanzata Carina Wanzung è sempre stata insieme a lui, a parte pochi blitz all’esterno per impegni di lavoro: così Marione ha ritrovato la normalità riemergendo da un infortunio che ad un certo punto sembrava prolungarsi senza prospettive ragionevoli di recupero.
In tanti hanno lavorato e sperato nell’ombra, fra questi anche Pradè che insieme a Macia ha lavorato in estate per portare Gomez a Firenze. A proposito dei rinnovi contrattuali dei giocatori, gli incontri sono stati fissati a dopo la partita di ritorno contro la Juve. Dirittura d’arrivo anche per il direttore sportivo, che dovrà incontrarsi con i massimi dirigenti viola e trovare un accordo sulla durata del rinnovo (uno o due anni).
La Nazione
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