La firma su quel contratto importantissimo, il più importante della gestione Della Valle, arrivò il 12 luglio di quattro anni fa, quando Mario Gomez sbarcò alla Fiorentina. L’accordo con il Bayern Monaco - scrive La Nazione - si chiuse sulla base di 21 milioni di euro (15,5 da versare subito al club tedesco, gli altri 5,5 nel 2014), con una cifra altrettanto pesante per il maxi-ingaggio da garantire al giocatore (a salire da 3,5 milioni fino a 5,5 a stagione). Un tesoro, quello messo dalla società viola su e per Mario Gomez, un tesoro finito però in una svalutazione enorme. Una sorta di ’danno economico’ che nei fatti ha finito per intaccare anche le stagioni successive del mercato della Fiorentina, impegnata ad ammortizzare il flop di SuperMario e quindi costretta a concentrarsi su conti e bilanci.
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Gomez, chi si rivede
Il tesoro per Gomez si trasformò, di fatto, in una svalutazione enome. Una sort di danno economico
E oggi, contro il Wolfsburg, i viola ritroveranno proprio Gomez. Da avversario. Da ex senza rimpianti, da attaccante che aveva fatto sognare tutti (il giorno della sua presentazione, in piena estate, il ’Franchi’ si riempì di tifosi), a esubero. Pesantissimo sul piano economico, ma (purtroppo) inevitabilmente esubero, in una Fiorentina che doveva ripartire. E cambiare volto.
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