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Sì alla moviola sui gol-non gol. Ma difficile applicarla per fuorigioco e rigori

Prima niente, adesso tutto. Forse troppo. Il 4 marzo 2006, dopo la riunione dell’Ifab di Lucerna, ai francesi, che avevano proposto la sperimentazione della moviola a bordocampo, con l’interruzione del …

Redazione VN

Prima niente, adesso tutto. Forse troppo. Il 4 marzo 2006, dopo la riunione dell’Ifab di Lucerna, ai francesi, che avevano proposto la sperimentazione della moviola a bordocampo, con l’interruzione del gioco per aiutare gli arbitri, il presidente Blatter aveva risposto: «Se ne potrà parlare nel meeting dell’Ifab che si terrà fra cinquant’anni. Ringrazio i dirigenti francesi, ma il loro progetto non rispettava il criterio dell’immediatezza nelle decisioni dell’arbitro».

Sono passati otto anni e Blatter ha cambiato idea, visto che, sempre più entusiasta per il successo della Goal-line technology, ha parlato di «un nuovo aiuto agli arbitri, fornendo agli allenatori il cosiddetto challenge call , con due possibilità per ogni tempo di gioco per chiedere la revisione di una decisione arbitrale. Contestazione possibile solo a gioco fermo per vedere se c’è stato fallo o per verificare se un intervento è avvenuto dentro o fuori dall’area».

Più che gli uomini di calcio, sono gli uomini di scienza a consigliare attenzione. Ivo Gurioli, ingegnere strutturista e grande studioso di calcio, ha osservato: «Non si può paragonare l’uso della Glt per i gol/non gol con quello della tecnologia per i falli di gioco. Nel primo caso, la decisione, per una situazione geometrica, è imparziale, in quanto appartiene alla macchina, pur con il suo campo di incertezza e per questo è accettata da tutti. Nel secondo caso, invece, è comunque un uomo che deve decidere, visionando immagini bidimensionali di falli in cui spesso la geometria è secondaria, mentre è fondamentale l’intensità di quanto accade. Penso che finirebbero per aumentare sia le polemiche sia le simulazioni».

Quanto al fuorigioco, la situazione è ancora più ingarbugliata, pur facendo riferimento soltanto ai casi di un gol segnato, che chiude un’azione, perché si tratterebbe di realizzare riprese da postazioni che permettano una corretta valutazione dell’allineamento fra giocatori e non è facile. Così come è fondamentale l’allineamento della telecamera con la riga dell’area di rigore per vedere se il fallo è o non è da rigore (anche se resta sempre da capire dove è cominciato).

Fabio Monti - Corriere della Sera