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Gol, leadership, applausi. Che giornata per Iliciclone

Ilicic, braccia al cielo

Josip oggi è l’uomo in più di Sousa: Zamparini lo portò in Sicilia nel 2010 dopo una sfida col Maribor, il Barbera non l’ha dimenticato

Redazione VN

E' uscito tra gli applausi di chi non lo ha dimenticato. Il Barbera - scrive Fabrizio Vitale su La Gazzetta dello Sport - gli ha reso il giusto tributo, nonostante due gol e una pesante sconfitta inflitta al suo recente passato. Josip Ilicic, con un pizzico di commozione, ha ringraziato e a fine gara si è fermato a salutare quella gente che lo ha cresciuto. Il Palermo, d’altronde, nel 2010 gli ha aperto le porte del calcio che conta dopo la sfida di Europa League col Maribor. Zamparini lo vide e se ne innamorò. Lo portò in Sicilia formando un pacchetto unico con l’altro connazionale Bacinovic. Dalla Slovenia all’Italia l’evoluzione è stata anche tattica, perché da esterno Delio Rossi lo trasformò in trequartista. Erano i tempi in cui duettava con Javier Pastore, né più e né meno come fa adesso con Borja Valero alle spalle di Kalinic. Da Palermo a Firenze è un cerchio che si chiude perché è questa la collocazione nella quale esprime il meglio delle sue qualità. Nel mezzo tanti cambi di ruolo sia in Sicilia sia in Toscana, un po’ esterno, un po’ centrocampista, un po’ attaccante. Col suo piede sinistro, però, Ilicic è sempre in grado di creare incantesimi.

L’avvio esplosivo alla prima stagione in rosanero gli valse il soprannome di Iliciclone . Introverso, taciturno, decisivo, ma anche discontinuo, questo era Josip. La sua carriera è stata contraddistinta, finora, da pochi alti e molti bassi, a Palermo come a Firenze dove, negli ultimi due anni, spesso si sono chiesti se Ilicic valeva i 9 milioni spesi dai Della Valle. E lo sloveno sembra avere risposto proprio all’ultima occasione utile, quella che gli ha concesso Paulo Sousa al suo arrivo sulla panchina viola quando si pensava potesse essere ceduto. Già un anno fa di questi tempi il rischio di andare via da Firenze era stato molto concreto. Montella, invece, nell’ultima parte della stagione lo aveva rivitalizzato riportandolo nel ruolo che più gli si addice. Il tecnico portoghese è ripartito da qui, attribuendogli spessore e fiducia fin dai primi giorni di ritiro.