Riportiamo alcuni passaggi dell'articolo del Corriere del Mezzogiorno edizione Napoli, sulla partita vissuta ieri dagli ultras azzurri:
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Gli ultrà del Napoli ai romanisti: “Non finisce qui”
Riportiamo alcuni passaggi dell’articolo del Corriere del Mezzogiorno edizione Napoli, sulla partita vissuta ieri dagli ultras azzurri: Già dalle prime ore del pomeriggio Fuorigrotta era un quartiere sotto assedio: …
Già dalle prime ore del pomeriggio Fuorigrotta era un quartiere sotto assedio: 400 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani erano già dislocati nei punti strategici. La Questura ha alzato il livello di attenzione al massimo, tanto da diffondere una nota, ripresa anche dal sito internet della società calcio Napoli, nella quale s'invitavano tutti i tifosi a seguire le norme di comportamento contenute nel regolamento d'uso dell'impianto, ovvero: no a magliette, striscioni e cori offensivi. Pena, c'era scritto testuale: «la sospensione della gara». D'altronde alla vigilia della partita i gruppi organizzati avevano annunciato di voler far indossare a tutti la stessa maglia che aveva Genny 'a carogna, sabato scorso che inneggiava al tifoso catanese condannato per la morte dell'ispettore Raciti. Avvertimenti e segnali che hanno sortito effetti. Nessuno striscione offensivo. Nessuna deroga.
La curva A. La «casa» di Gennaro De Tommaso, salito agli onori della cronaca con il suo soprannome, 'a carogna. Lui non c'era ieri sera. Era a casa, stoppato dal Daspo disposto dal questore di Roma, arrivato giusto in tempo per non consentirgli di andare a Fuorigrotta. E la sua assenza si è sentita eccome. Già dall'area di pre-filtraggio non si faceva che parlare di questo. «Un'altra porcata del sistema» dicono senza giri di parole due ragazzi duri e puri. «Voleva solo pacificare, altro che trattativa per non far giocare la partita». «Invece di pensare a quel bastardo che ha sparato, pensano ad allontanare lui dalla curva». Il silenzio all'improvviso. Nemmeno il vociare sotto voce che si ode stando in coda. «Ci sono le guardie», meglio tacere. I controlli: documenti, biglietto, perquisizione. E se qualcosa non va, si viene accompagnati fuori senza troppi complimenti. I controlli, come detto, sono rigidi e severi, ma qualcosa o qualcuno sfugge e alcune persone riescono ad entrare con un solo biglietto. I ragazzi della curva A sono già ai loro posti. L'odore forte dell'hashish raggiunge chiunque, anche chi non sta fumando. (...) E con violenza e veemenza parte il coro: «Romanista pezzo de merda», seguito poi da un minaccioso «non finisce così, non finisce così», e ancora «giornalista poliziotto, giornalista poliziotto». E ancora: «Ultràs liberi». Nessuno striscione, nessuna bandiera. Solo in curva B appare un «Ciro tieni duro», che raccoglie l'applauso di tutto il San Paolo, nulla più. Una cosa che non si era mai vista prima. Gli altri settori esultano ai due gol azzurri e anche al rigore sbagliato da Hansik lo incoraggiano con un «Marek, Marek». Ma i ragazzi della A no. Restano fedeli ai loro propositi. Silenzio e rispetto per Ciro.
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