Domani non è un altro giorno: domani è oggi e bisogna darsi da fare. È la filosofia che sta guidando Giuseppe Rossi sulla via del recupero. «Una data per il rientro? Per il momento non c’è una data precisa», dice l’attaccante della Fiorentina. La speranza non detta è di riaverlo in campo a febbraio, per tentare l’assalto a quelle zone della classifica che i viola si sono abituati a frequentare.
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Giuseppe Rossi rilancia: “Tornerò più forte di prima”
Pepito alla Gazzetta: “Sul valore di Gomez non si può discutere, non sono preoccupato. Il terzo posto…”
Storie Giuseppe Rossi è stato ieri a casa Gazzetta per presentare il suo libro, «A modo mio-My way», uscito all’inizio del mese. «È la storia di uno che si rialza e riesce a farlo sempre cercando di pensare alle cose belle che sono capitate, anche se qualche volta non è facile. Ogni volta che sono caduto mi sono rimesso in piedi, ogni volta che mi sono fatto male ho pensato: “Tornerò più forte di prima”. E lo penso anche adesso». In sala Montanelli c’è gente di tutte le età, ma Rossi spesso fissa la sguardo sui bambini della scuola Aldini seduti in prima fila. Insegnare calcio come faceva suo padre è probabilmente un pensiero per il futuro, ma Giuseppe è abituato a ragionare giorno per giorno e si accende parlando del suo lavoro in palestra. «È un lavoro che ormai conosco bene, purtroppo, e sono fiducioso. Allenarsi da solo è faticoso, però è una tappa da percorrere e bisogna farlo con molta cura per tornare a posto ed aiutare la squadra». La Fiorentina non sta andando come nelle ultime stagioni, eppure Giuseppe non vuol sentire parlare del peso della sua assenza. «Direi piuttosto che può capitare di partire piano, e vedo che ci stiamo riprendendo. Quando tornerà in forma Gomez? Anche lui ha avuto un infortunio, ma sul suo valore non si può discutere. Mario ha vinto e ha fatto sempre tanti gol, ci vuole soltanto un po’ di tempo e pazienza. Non sono preoccupato».
Sogni e realtà Da un Mario all’altro, da Gomez a Balotelli: attaccanti in difficoltà, attaccanti da aspettare. «Conosco bene Balotelli, so che è forte nella testa e ha il carattere giusto per riprendersi. E poi neppure la squadra sta andando bene: se il Liverpool non è quello dell’anno scorso, non si possono certo dare tutte le colpe a Mario». Balotelli, Rossi, Prandelli, Nazionale: l’associazione di idee va veloce, ma Giuseppe non ha intenzione di tornare sulle polemiche di maggio. «Non ho voluto parlarne neppure nel mio libro, perché non mi interessava fare un libro polemico, volevo semplicemente raccontare la mia storia e far capire a chi legge che c’è sempre un’altra possibilità». Una possibilità che nel suo caso porta anche a Coverciano. «Penso sempre alla Nazionale, ho passato tanti momenti emozionanti con la maglia azzurra e spero di poterne vivere ancora. Ho visto il c.t. Conte quando è venuto a trovare la Fiorentina, è stato bello incontrarlo». Rossi spera di rientrare presto nel gruppo azzurro, ma quando gli chiedono se si immagina come uno dei quattro moschettieri per l’Europeo con Immobile, Zaza e Pellè alza il muro. «Che cosa vedo se dormo e sogno? Se dormo e sogno poi mi sveglio, e mi vedo in palestra con il lavoro che devo fare tutti i giorni per tornare come voglio. Cioè più forte di prima».
Ritorno È una promessa per la Fiorentina, una promessa per i tifosi ma anche per il calcio italiano in cerca della qualità perduta. Nel suo libro Giuseppe parla del campionato spagnolo come di quello a lui più congeniale, ma non è un’abiura del calcio italiano. «Spero che presto tutti capiscano che in Italia il gioco è troppo bloccato, troppo tattico. Il senso del calcio è la tecnica, è il gol, è dare emozioni alla gente». E lui è pronto a emozionare i tifosi della Fiorentina, come quella volta che guidò la rimonta sulla Juve. Per ora, testa bassa e pedalare. Senza sogni, se mai propositi. «Il terzo posto è un obiettivo possibile, ci vuole un po’ di continuità, quella che nelle ultime 4-5 partite c’è stata, ma vedo bene la squadra e spero di poter dare una mano. Resto ottimista, punto sempre in alto e conto su un 2015 pieno di soddisfazioni. Con pazienza e tanto lavoro si torna in campo, è lì che mi sento più felice». Domani non è solo un altro giorno: è un giorno in meno sulla strada del rientro.
La Gazzetta dello Sport
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