Come scrive David Guetta sul Corriere Fiorentino la Fiorentina fu un laboratorio per uno degli scudetti più entusiasmanti della storia del calcio italiano, quello del Torino del 1976, ricordando la storia di Gigi Radice. Gli esperimenti li aveva dunque effettuati a Firenze, due anni prima, solo che non gli dettero il tempo per svilupparli. Com’era bella quella squadra, che poi purtroppo si sgonfiò nel girone di ritorno: Merlo fino a gennaio miglior giocatore del campionato, Antognoni ormai in fase di decollo, Desolati che segnava, con l’aggiunta di giovani rampanti che divertivano tutti. Lo fecero fuori all’improvviso per andare a scomodare Nereo Rocco, che si pentì quasi subito della scelta di lasciare Milano. Radice, arrabbiatissimo, emigrò prima a Cagliari, dove poi ha chiuso un po’ tristemente una grande carriera. E dopo l’isola, il Toro, scrivendo pagine indimenticabili. Diciotto anni dopo tornò in viola, ma era tutto diverso, un po’ anche lui.
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Gigi Radice, l’ombra del Paròn e l’esilio sardo
David Guetta ripercorre la storia di Gigi Radice che, cacciato da Firenze, se ne va a Cagliari prima di vincere lo Scudetto del '76 con il Toro
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