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Gazzetta: una triste Fiorentina

Si salva solo Pizarro. L’analisi della rosea (COMMENTA)

Redazione VN

Dopo il 3-3 interno col Genoa, lo stop a Cagliari: la frenata della Fiorentina è tinta di rossoblù. Un passaggio a vuoto, questo del Sant’Elia, spiegabile con l’overdose di impegni ravvicinati. Tre i fronti aperti, ieri la prima di nove partite in calendario fino al 2 marzo, la settima disputata dal sei gennaio. Una volata lunga, mozzafiato e non c’è niente a cui poter rinunciare, così che anche la testa ne risente: il rigore decisivo è un grossolano errore di Roncaglia, che di certo non è un pivellino. Eppure è caduto da pollo nel trabocchetto tesogli dall’astuto Sau. Fin lì nessuna delle due squadre aveva prodotto qualcosa di significativo, il classico episodio-svolta, quindi, in un deserto di gioco. Poi, nonostante i cambi anche tattici di Montella, la squadra non ha saputo produrre una reazione convinta e pericolosa: la Viola ha perso per un episodio, ma non può recriminare niente. E oggi il Napoli ha la possibilità di allungare il vantaggio in questa corsa al terzo posto che al momento è un duello. Nel quale l’Inter sogna di potersi inserire. (...)

Assenza viola Sul men che mediocre match della Fiorentina hanno pesato moltissimo le assenze di Cuadrado, e di Borja Valero, gettato poi nella mischia in avvio di ripresa al posto dello spaesato Anderson. Senza i due elementi capaci di dare cambi di velocità e incisività alla manovra d’attacco, alla squadra mancava l’elettricità. Bisogna poi considerare la serata di «riposo» che Aquilani si è concesso dopo la tripletta col Genoa e l’ormai non episodica latitanza di Ilicic. Al tirar delle somme, il solo Pizarro si è dannato l’anima per cucire un gioco privo di sbocchi esterni, visto che pure Vargas, a dispetto di un avvio convinto e aggressivo, si è progressivamente eclissato. Montella nel primo tempo aveva invertito di posizione Anderson (diventato trequartista) e Mati Fenandez senza ricavare granché in termini di concretezza. Il nuovo acquisto si è fatto notare solo per uno sprint di trenta metri palla al piede dal quale si intuisce la nobiltà del suo piede mancino, ma non si poteva pretendere che appena arrivato facesse subito faville. Quanto a Mati non è riuscito a supportare il suo quasi omonimo Matri, rimasto a corto di suggerimenti. E pure Matos non ha inciso. Così il tentativo più pericoloso nell’area cagliaritana è firmato da Gonzalo Rodriguez. Una girata aerea somigliante a un retropassaggio . 

Attesa Al Cagliari, rimasto sempre compatto e concentrato, è bastato arretrare e ripartire per far passare il secondo tempo senza patemi. Anzi, se Dessena e Ekdal avessero un piedino leggermente più aggraziato, se Sau (ispirato) avesse ricevuto un migliore apporto in fase di rifinitura e se Pinilla fosse stato più concreto, il punteggio si sarebbe ampliato. Ma la modestia tecnico-spettacolare complessiva del confronto è bene espressa dall’azione-clou. Sau in area attira su di sé Roncaglia che abbocca e gli assesta un calcetto inutile e lieve. Ma da rigore. Pinilla trasforma in modo perfetto e il Cagliari, in una giornata di sole quasi irridente per quest’Italia sott’acqua, saluta la zona calda della classifica .

La Gazzetta dello Sport