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Gazzetta: Milan, ballo delle punte. Chi contro la Fiorentina?

Davanti gioca Inzaghi. Lo dice lo stesso Pippo un po’ per bloccare la legittima curiosità di chi ogni settimana cerca di capire la formazione dribblando la pretattica un po’ stucchevole …

Redazione VN

Davanti gioca Inzaghi. Lo dice lo stesso Pippo un po’ per bloccare la legittima curiosità di chi ogni settimana cerca di capire la formazione dribblando la pretattica un po’ stucchevole del tecnico («Deciderò dopo l’ultimo allenamento eccetera eccetera») e un po’ per rispondere con una battuta alle critiche di Montella («Ero scarso tecnicamente? Se Vincenzo mi porta qui uno che fa 316 gol sono contento»). In realtà nell’attacco del Milan ci sarà di sicuro Honda e poi si vedrà: «Menez, Torres ed El Shaarawy si giocano due posti». Il giapponese è intoccabile perché segna (6 gol in 7 partite), crea situazioni pericolose (due assist e molte iniziative), si sacrifica nei ripiegamenti difensivi e si comporta da grande professionista.

Il francese Fino a due settimane fa, però, Honda non era l’unico intoccabile: c’era anche Jeremy Menez. Cos’è cambiato? Nulla di particolarmente significativo. Però un leggero infortunio ha spinto Inzaghi a tenere il francese in panchina a Verona. E quando, a partita già vinta, è entrato in campo il francese ciondolava come gli succedeva anni fa nella Roma: «Rientrava dall’infortunio, era un po’ timoroso e non voleva farsi male – lo assolve Pippo –. Si è preparato bene come tutto il gruppo». Inzaghi, comunque, ha la tentazione di riproporre stasera il tridente della vittoriosa trasferta del Bentegodi. Il problema è che il Milan più bello si è visto con Menez in campo e nella posizione di falso nove. La gara con la Fiorentina potrà essere decisa da una giocata di qualità e rinunciare in partenza a Menez è particolarmente difficile. Il grande dubbio della vigilia è proprio quello tra Menez e Torres perché a sinistra, invece, nessuno sembra poter insidiare El Shaarawy.

L’italiano Il Faraone può essere il valore aggiunto del Milan, ma per tornare al top del rendimento ha bisogno di giocare con continuità. Dopo essere andato in panchina per tre volte di fila, oggi dovrebbe giocare di nuovo dall’inizio in una partita importante: Stephan, sebbene non segni da una vita, potrebbe essere determinante con le sue accelerazioni e l’imprevedibilità. «La catena di sinistra non funziona ancora come quella di destra perché El Shaarawy è stato infortunato e tra lui e De Sciglio deve crescere l’intesa, come è accaduto ad Abate e Honda». L’intesa cresce solo giocando insieme.

Lo spagnoloTorres, quindi, rischia di finire in panchina anche se i suoi movimenti sono preziosi: «Fernando sta facendo bene. Da allenatore non devo pensare solo ai gol. Torres viene da anni in cui ha giocato poco, deve ritrovare brillantezza». Ieri pomeriggio gli exit poll davano Menez favorito di poco su Torres, ma a tarda ora sembrava in rimonta lo spagnolo. Non crediamo che Montella abbia passato la notte insonne non sapendo il nome del centravanti del Milan. Forse si preoccuperebbe di più se davvero giocasse Inzaghi. Come quel 9 settembre 2001: Milan-Fiorentina 5-2, primo gol di Pippo in maglia rossonera. Alla vigilia Terim non fece pretattica: giocarono Shevchenko e Inzaghi. Segnarono entrambi.

La Gazzetta dello Sport