Ancora lassù. Quindici anni dopo. Una partenza sprint attesa una vita in casa Fiorentina, con i viola che non riuscivano nell’impresa della doppia vittoria iniziale dal 1998/99. Da Giovanni Trapattoni a Vincenzo Montella, da Gabriel Batistuta a Mario Gomez. Da Manuel Rui Costa a Giuseppe Rossi. Storie che si incrociano, campioni che si esaltano. E tifosi che sognano. I sei punti conquistati nelle due gare iniziali, proiettano la Fiorentina nel gruppetto d’elite. L’obiettivo è dichiarato, e porta dritto alla qualificazione alla prossima Champions League. Ma nella mente dei più ambiziosi, un pazzo pensiero comincia a farsi strada. Alzare l’asticella. Aggrappandosi alla storia.
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Gazzetta: Firenze sogna come col Trap e Batistuta
Ancora lassù. Quindici anni dopo. Una partenza sprint attesa una vita in casa Fiorentina, con i viola che non riuscivano nell’impresa della doppia vittoria iniziale dal 1998/99. Da Giovanni Trapattoni …
Campioni d’inverno
Soffrendo contro il Catania e passeggiando a Genova, i viola hanno ottenuto il massimo sul piatto. Scavando nel passato, servono quindici anni per trovare una partenza simile. Era la Fiorentina di Trapattoni, appena arrivato a sorpresa sulla panchina gigliata. E come oggi con Gomez, l’acquisto clou di quel mercato estivo fu un tedesco. Jörg Heinrich per la precisione, esterno strappato al Borussia Dortmund (ed alla concorrenza) per oltre venti miliardi delle vecchie lire. Rui Costa e Batistuta diedero la vittoria alla prima contro l’Empoli. Il solito Batigol ed Oliveira piegarono il Vicenza alla seconda. C’è di più. Perché quella Fiorentina non si fermò lì. Alla terza la banda del Trap superò a San Siro il Milan di Alberto Zaccheroni (futuro campione d’Italia) grazie ad una tripletta di Batistuta: alla quarta fu l’Udinese a cadere (Edmundo nel recupero). Il sogno viola proseguì fra alti (tanti) e bassi (decisamente pochi) fino al platonico, ma prestigioso, titolo di «Campioni d’inverno».
E’ qui la festa
La fine della speranza scudetto dei viola ha una data precisa. Il 7 febbraio 1999. Nel finale di Fiorentina-Milan Batistuta, lanciato verso la porta di Abbiati, si infortunò. La sera stessa Edmundo decise di partire ugualmente per il Carnevale di Rio, tornando in Brasile e lasciando la squadra nei guai. La Fiorentina perse ad Udine entrando in una mini crisi. Arrivando comunque terza a fine stagione. Questa viola ha ugualmente molto talento. Ed una testa diversa in alcuni elementi. Inimmaginabile un Mario Gomez all’Oktoberfest o Pepito Rossi allo «Spring break». Una coppia luccicante in grado di fare cinque gol in due partite. Tre Giuseppe e due Mario: con una media realizzativa impressionante di 2,5 reti complessive a partita.
Risorse
Due partite fanno tendenza, ma non rappresenatno una statistica reale. E non sempre le difese saranno morbide come quella del Genoa. Le buone notizie, comunque, piovono copiose. Perché l’intesa tra il «tedescone latino» e l’italo-americano è nata spontanea e prosegue senza intoppi. In campo si cercano e soprattutto s’intendono. Il movimento dell’uno libera l’altro. Persino gli errori arrivano in coppia. Come dimostra il doppio gol clamoroso sbagliato nella stessa azione prima dall’uno e poi dall’altro nei primi minuti a Marassi. «Non so se è la coppia più forte del campionato, a noi piacciono molto» ha detto il direttore sportivo Daniele Pradè alla fine della partita contro il Genoa. Montella si sfrega le mani pensando che al tandem può aggiungere uno come Cuadrado: sudamericano e con il ritmo nel sangue. Gli piace ballare, ma non il Carnevale. Altra buona notizia.
Giovanni Sardelli - La Gazzetta dello Sport
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