Puoi piazzarla di venerdì. Puoi inserirla prima di una decisiva partita di Champions. Puoi aggiungerci una quindicina di punti di distacco fra le due contendenti. Ma Fiorentina-Juventus non sarà mai una gara come le altre. A Firenze resta “La Partita”, a Torino possono anche fare finta di niente, ma alla fine ci tengono eccome. Cinque fattori di cui tenere conto in vista della gara di stasera.
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Gazzetta: Cinque motivi perchè Fiorentina-Juventus è imperdibile
Puoi piazzarla di venerdì. Puoi inserirla prima di una decisiva partita di Champions. Puoi aggiungerci una quindicina di punti di distacco fra le due contendenti. Ma Fiorentina-Juventus non sarà mai …
LA RIVALITA’ — Le radici sono profonde (anni 50 e 60), ma il clima diventa torrido dopo il duello scudetto del 1982: ultima giornata, sfida a distanza, gol annullato a Graziani della Fiorentina, pochi minuti dopo notizia di un rigore per la Juve. Trasforma Brady, è scudetto. I viola la prendono maluccio, l’odio sportivo trova nuova linfa nel 1990: finale di Uefa, vince la Juve, che non contenta il giorno dopo si prende anche Baggio. Sommosse popolari, annessi e connessi che si trascinano fino ad oggi. Dove alla rivalità storica si aggiunge quella presidenziale. Della Valle e Agnelli, divisi da questioni d’impresa più che di calcio. Si lanciano bordate via stampa e tivù che sul campo varrebbero svariati turni di squalifica.
LE MOTIVAZIONI — La Juve stasera potrebbe essere distratta: è vero che il discorso Champions è ben avviato, ma la partita da non fallire è quella di martedì col Cholo. I viola hanno sistemato da tempo la questione europea, ora si tratta di risalire nella classifica di A, iniziata così così. Già, la classifica: interesserebbe anche alla Juve, la Roma è sempre lì appollaiata ad aspettare un passo falso. Poi ci sono i precedenti recenti. I bianconeri vogliono cancellare quel 4-2 dello scorso ottobre: erano avanti 2-0, poi si scatenò Rossi (3, più Joaquin). Resta l’ultima volta fra tutte le competizioni che la Juve ha incassato più di due reti. La rivincita, poi, è arrivata in Europa League.
L’UOMO PIÙ IN FORMA — Allora, al ritorno, decise una punizione di Pirlo. Andrea si è ripreso lo scettro di uomo più decisivo fra i bianconeri domenica con la rasoiata al 94’ del derby. Aspettatevi un trattamento speciale per lui, a partire dal pressing delle due punte. Sull’altro fronte, il più in palla è Mati Fernandez: il cileno non è mai andato così forte dal 2006, quando era il nuovo fenomeno del calcio sudamericano. Dal Colo Colo al Villarreal qualcosa è andato storto, ma ora Mati ha ritrovato la via: lo vedremo alla prova contro il miglior centrocampo d’Italia.
L’ASSETTO TATTICO — Montella ha virato sul 3-5-2 per raddrizzare una barca condizionata da infortuni e qualche doppione, Allegri dovrebbe rispolverarlo per fare fronte alle assenze e al necessario turnover. Di fronte quindi due squadre quasi speculari. I numeri dicono che hanno anche lo stesso atteggiamento: sono le due in A che hanno il maggior possesso palla nella metà campo avversaria. L’occupazione territoriale porta a 6 tiri di media in porta per la Juve, 5 per i viola. La Fiorentina ne concede anche uno di più a partita: numeri buoni, anche quelli di Montella, la cui squadra ha raccolto spesso meno di quanto creato.
GLI ATTACCHI — I due reparti offensivi sono molto diversi per numero di scelte, salute e caratteristiche. Oggi però i due tecnici dovrebbero presentare due coppie piuttosto simili. Un centravanti vero, lungo e potente, che per settimane è stato a secco di gol: Gomez e Llorente. Un attaccante esterno libero di svariare e di cercarsi spazi, palloni e giocate: Cuadrado e Coman. Certo, il colombiano è un po’ più avanti nella maturazione, ma le cifre del 18enne francese, in una gara e uno spezzone, non sono così distanti: 3 occasioni create, un paio di cross, 5 tiri. Manca la continuità, anche di impiego. Ma quella deve conquistarsela: e gare speciali come questa sono un ottimo trampolino.
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