La Repubblica edizione Bologna ha intervistato Giovanni Galli per parlare del match di domenica tra rossoblu e Fiorentina, una partita particolare per lui, e anche un po' di politica.
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Galli: “Bello se il Bologna facesse piangere Renzi”
La Repubblica edizione Bologna ha intervistato Giovanni Galli per parlare del match di domenica tra rossoblu e Fiorentina, una partita particolare per lui, e anche un po’ di politica. …
Galli, pensa mai che se avesse vinto quelle elezioni sarebbe cambiato il destino politico dell’Italia?
«Oggi sì, ma resto un fedele servitore della mia città. Ho appoggiato e contrastato scelte della giunta con coscienza e in assoluta libertà. Del resto non ho tessere di partito. E poi al ballottaggio ci siamo andati. Mica poco, per essermi candidato cinque mesi prima di votare. Ecco, non vorrei che un giorno la gente mi additasse come quello che: “Accidenti, se avessi vinto tu...”».
Non ci sono riusciti Cuperlo e Civati. Riuscirà almeno il Bologna a dare un dispiacere a Renzi domenica?
«Per Renzi mi auguro di sì, ma tra le due squadre devo esitare. Sono cresciuto con la maglia viola addosso, e Bologna sapete tutti cosa significhi per me. Passo spesso da voi, anche in segreto. E quando capita mi fermo a pensare sul ponte dove è successa la tragedia di Niccolò».
Quanto fu vicino a rimanere a Bologna, da dirigente, nei giorni di Zanetti?
«Vicino non tocca a me dirlo. Ma vi basti sapere che non voglio morire senza aver lavorato per il Bologna. Anche da magazziniere, se non si offendono quelli di oggi. Nella vita, al di là delle passioni, ci dev’essere anzi tutto la riconoscenza. Credo che Bologna dalla mia famiglia meriti molto. E quindi prima che io me ne vada voglio vestire quella maglia, anche se non da giocatore».
Secondo lei Pioli ha in pugno la squadra?
«Dico di più: è lui l’unica certezza. È una persona preparata, seria, ha la mia stima. Se c’è una persona su cui contare è lui, ma ora è normale che sia messo in discussione».
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