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G. Galli: “I giovani devono compiere il salto dalla Primavera alla prima squadra”

Galli: "Da troppo tempo si parla delle seconde squadre. Lì i ragazzi potrebbero crescere e misurarsi con coetanei e altre riserve con maggior esperienza"

Redazione VN

Intervistato dal Corriere Fiorentino, l'ex viola Giovanni Galli ha parlato del momento nero che sta attraversando il calcio italiano:

Cosa bisogna fare per uscire dal tunnel?

"Innanzitutto dobbiamo lavorare per portare i nostri giovani a realizzarsi e compiere il salto dalla Primavera alla prima squadra. I talenti li abbiamo, molti ragazzi vengono mandati a maturare in Serie C trascurando l’aspetto umano: catapultare un giovane, da solo, in provincia è rischioso. Inoltre le società preferiscono far giocare i propri tesserati. Perché non viene imposto un limite minimo di giovani da impiegare?".

È qui che molti giovani promesse si perdono?

"Le nostre rappresentative ottengono ottimi risultati ma non riusciamo a trasformarli in campioni per la Nazionale maggiore». Come mai? «Non conosciamo la cultura della sconfitta. Facciamo la caccia a Tavecchio e Ventura per il Mondiale mancato e allo stesso modo non sappiamo far sbagliare i nostri giovani".

E qual è l’antidoto?

"Da troppo tempo si parla delle seconde squadre. Lì i ragazzi potrebbero crescere e misurarsi con coetanei e altre riserve con maggior esperienza. Avveniva già ai miei tempi col campionato De Martino. E poi dobbiamo creare un’identità nazionale".

Quanto conta la struttura del campionato di serie A?

"L’idea di ridurre a sedici o diciotto squadre ha un senso perché andrebbe ad alleggerire il calendario. Il commissario tecnico deve avere i giocatori a disposizione per spiegare loro cosa vuole. In Italia si attuano molti moduli, è naturale che ci siano richieste diversi fra club e nazionali".

Ridurre gli stranieri può avere un senso?

"Non si può mettere un limite al numero degli stranieri come fanno in altri paesi come in Russia. Per esempio, in Cina non ci possono essere portieri di altre nazionalità. Ipotesi inattuabile da noi, ma qualche compromesso si può trovare.: chi arriva dall’estero nel settore giovanile deve essere acquistato solo se ha le credenziali per fare la differenza, non se è una sorta di riempitivo".

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