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Fra sport e filosofia, quella “remontada” che divide la città

Una missione chiama i tifosi viola a schierarsi: l’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Insomma, se questo fosse un dibattito in un’antica casa del popolo, il titolo sarebbe più o meno questo: “Pole la Fiorentina permettisi di pareggiare i conti coi Siviglia?”. Ecco, la domanda vibra ovunque, più come un pensiero stupendo e impossibile che come un vero e proprio calcolo delle probabilità. Infatti, è un po’ come dire: pole stasera Nicole Kidman venire con me a mangiare un pizzino a i’ Fiorella? La risposta è implicita, soprattutto se girate il quesito a Nicole Kidman. Attenzione, però. Tecnicamente qui non c’è niente di scontato. Metti anche che si tratti di una possibilità su cento. E allora? Un desiderio è un desiderio, vogliamo massacrarlo subito nel nome del realismo più bieco? Eh no. La remuntada è un concetto esistenziale col quale fai i conti fin da piccolo, quando i genitori, per punizione, ti mandano a letto senza cena e tu ti chiedi come farai a recuperare la loro stima e magari anche qualcosa da mangiare. La remuntada te la puoi ritrovare davanti come uno spettro in età adolescente, quando la prof di matematica ti dice una cosa del tipo: «Se vuole sperare (il lei è facoltativo, ma fa la differenza) di essere promosso a giugno, dovrà venire volontario per essere interrogato su tutto il programma». Ecco la prima vera remuntada della vita.

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