Su La Gazzetta dello Sport troviamo un articolo su Paulo Sousa, il leader di questa Fiorentina. Bernardeschi è la punta dell'iceberg del lavoro del tecnico portoghese. Sousa ha preso un “numero dieci” e lo ha trasformato in un esterno a tutto campo. Mossa rischiosa ma vincente. L'altra rivoluzione copernicana riguarda Borja Valero: uscito a pezzi dall'ultimo campionato, lo spagnolo era diventato la copia sbiadita del centrocampista che aveva fatto innamorare tutti in serie A. Sousa gli ha cambiato abito, trasformandolo in un trequartista libero di muoversi a suo piacimento su tutto il fronte offensivo. Benissimo anche Ilicic, che sembra tornato quello di Palermo. Un'altra delle trasformazioni di cui il tecnico va giustamente fiero riguarda Vecino. Ad agosto il Napoli aveva offerto 12 milioni, Sousa ha respinto al mittente la richiesta. Al momento giusto è entrato in pista diventando uno dei segreti di questa Fiorentina che punta allo scudetto. Idem per Badelj, l'anno scorso deludente, quest'anno fondamentale. Troppo facile parlare di Kalinic, l'altra grande idea per l'attacco riguarda Rossi. Fin dal ritiro estivo l'allenatore portoghese ha cominciato a immaginare Pepito come prima punta. Una scelta dettata da due motivi: sfruttare al massimo le doti di goleador del centravanti italoamericano e tenerlo il più vicino possibile all’area di rigore avversaria per limitare i colpi assassini degli avversari. Rigori e punizioni dal limite sono opzioni che, di solito, invitano alla prudenza i difensori. La trasformazione di Rossi non è ancora completa. Giuseppe ama andare dove lo porta l’istinto, un po’ come Leo Messi. Vuole giocare tanti palloni. Ma ormai la strada è segnata. Al punto che a Verona, quando è stato schierato in coppia con Kalinic, è stato proprio Pepito a muoversi da prima punta.
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Formula Sousa: punta e rilancia
Dalla mossa, rischiosa ma vincente, di Bernardeschi alla trasformazione di Borja Valero: il tecnico non sta sbagliando nulla!
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