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Fiorentina, un cantiere aperto. Ma il cuore c’è

L'analisi psicologica de La Nazione dopo Fiorentina-Genoa di ieri

Redazione VN

Rilanciare Rossi in una partita accelerata, adattare molti giocatori alle esigenze di una serata che si mette di traverso dopo l’uscita di Badelj, rinunciare dolorosamente a Baba appena gasato dal gol, riciclare Alonso centrale in una difesa a 4, chiedere a Bernardeschi di fare il terzino su Laxalt: con questo e molto altro si è trovato ieri in confidenza Paulo Sousa, che ha impostato un 4-2-3-1 molto teorico affidando a Borja - quasi sempre utilizzato da mediano - un compito alla Ilicic. Cambi di strategia alla ricerca dell’equilibrio: strada ancora lunga. Sousa mai prevedibile quando si parla di formazione, ma ci sono anche situazioni interne da rispettare, o comunque da tenere in considerazione: Borja più avanzato ha probabilmente fatto spazio a Vecino, rimasto fin qui fuori dai giochi e trattenuto a Firenze nonostante il Napoli avesse offerto negli ultimi giorni di mercato una cifra super (10 milioni più due di bonus). Sousa ha pensato probabilmente anche a questo, oltre che alla partita di Europa League di giovedì prossimo contro il Basilea.

E ha pensato a molte cose, anche se davanti agli occhi di tutti è scorsa una partita il Genoa incredibilmente diversa rispetto a quella _ esplosiva _ messa in mostra contro il Milan. La Fiorentina vera è ancora in costruzione e probabilmente non assomiglia a nessuna delle due. Il lato migliore per ora è quello del gruppo e della capacità di soffrire. Se possibile anche meno, in futuro.

Angelo Giorgetti - La Nazione