Bei tempi, quei tempi. Quando il Franchi era un fortino e violarlo era missione quasi impossibile. Pressione, carica e un urlo che soffiava forte alle spalle della Fiorentina e contro l’avversario. Per chiunque. Non c’era squadra che poteva dirsi tranquilla. Che fosse il Bayern Monaco o il Chievo Verona. Già. Il Chievo. Squadra da sempre fortunata per i viola. Quei pomeriggi al Bentegodi son brividi puri. I gol di Miccoli e Bojinov che valsero la salvezza, quelli di Toni e Dainelli che regalarono la prima (e poi negata) Champions. La speranza è che la storia (sul campo) possa ripetersi. Qualche differenza c’è. Stavolta si gioca a Firenze, tanto per cominciare, e ultimamente pare quasi uno svantaggio. Roba impensabile, un paio d’anni fa. Jovetic e compagni si presenteranno davanti ai propri tifosi per la prima volta dopo il cappotto con la Juve. Il timore, all’interno del gruppo, esiste. Come ci accoglieranno? Quale sarà il clima? Per questo la trasferta di Genova sembrava una liberazione. Perché giocare al Franchi soltanto sette giorni dopo la vergogna sarebbe stata dura per tutti. Domani sarà un po’ più semplice. La ferita c’è ancora, sia chiaro. E brucia tremendamente. Una cicatrice incancellabile, praticamente un marchio a fuoco.
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Fiorentina, salvezza per pochi intimi
Solo 3mila biglietti venduti per la sfida contro il Chievo.
Eppure la gente è rassegnata. Stanca anche di contestare. Indifferenza. E’ questo il freddo e orribile sentimento che aleggia attorno ai viola. Basta dare un occhio ai numeri della prevendita per rendersi conto di quanta tristezza accoglierà la Fiorentina. Duemila, massimo tremila biglietti. Difficile staccarne di più. Unendoli ai circa tredicimila abbonati si ottiene un totale di quindicimila spettatori. Eppure questa è una partita che pesa un quintale. Molto più di quella con la Juventus. Perché quella (rivalità e soprattutto modalità a parte) era una gara che “si poteva perdere”. Non è con gente del genere che questa Fiorentina può trovare i punti salvezza. Col Chievo sì, invece. Vincere vorrebbe dire essere tranquilli. Non farlo, al contrario, riporterebbe tutti sull’orlo del baratro. La settimana prossima infatti c’è la trasferta di San Siro col Milan e il rischio di venire risucchiati dal Lecce è alto. Insomma. I viola devono vincere.
Non a caso ieri il Presidente del Centro di Coordinamento Viola Club Filippo Pucci ha provato a lanciare un appello: «Quello di domenica col Chievo è un appuntamento fondamentale. Nessuno ha voglia di ritrovarsi a soffrire fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata». Difficile dargli torto. E quindi? «Spero che la gente lo capisca, anche se la squadra non fa niente per appassionarla ». Non ci sarà contestazione preventiva, comunque. La curva ribadirà che “canta solo per la maglia” e aspetterà risposte dal campo. Meno male allora che ci sono i bambini. Anche domani sarà valida infatti l'iniziativa “In famiglia allo stadio” , che permette agli alunni (accompagnati da un familiare) degli Istituti Pirandello, Montagnola, Masaccio, Compagni-Carducci, Centro Storico, Calamandrei, Beato Angelico, Botticelli, Barsanti, Poliziano e Puccini di entrare gratis in Curva Ferrovia.
Matteo Magrini - la Repubblica
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