Se nella vita pensate che soldi e successo siano il metro con cui bisogna inevitabilmente misurare il mondo, allora non abbiamo dubbi che in Italia i calciatori rappresentino i supereroi del nostro tempo, quelli i cui (super) poteri hanno la capacità di proteggere la sfera emotiva della gente, orientandone l’umore. Seguendo questa falsariga, i Fantastici 4 della Marvel incarnano l’archetipo del gioco di squadra nelle battaglie settimanali per la salvezza del mondo. Se vogliamo, nell’adempiere alla loro missione, sono più sacchiani dei Vendicatori che, cambiando sempre formazione, si affidano più al colpo del solista del momento (Thor, Iron-Man, Visione e via guerreggiando) che agli schemi, studiati invece dagli FQ persino attraverso veri e proprio allenamenti, come imitandoli faranno anche gli X-Men del professor Xavier. Istruzioni per l’uso: i 4 giocatori prescelti non sono i più forti né in assoluto e forse neppure tra coloro che scenderanno in campo. Ma non stupitevi. D’altronde anche nell’universo Marvel, Hulk potrebbe battere la Cosa, Silver Surfer piegare la Torcia Umana e il miglior Dottor Strange (anche in supereroi hanno uno stato di forma) superare quasi chiunque. Una squadra però è cosa diversa. Ed in fondo superare i propri limiti è l’impresa davvero straordinaria: quella che Fiorentina e Roma stanno cercando. Per salvare il mondo, ci sarà tempo.
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Fiorentina-Roma, una sfida fantastica. Tocca ai supereroi
Da Tatarusanu a Dzeko, come nei Fantastici 4 viola e giallorossi allenano i poteri per la sfida al vertice
MISTER Fantastic Guardateli: appaiono già abbastanza alti, slanciati e forti. Ebbene, in campo Tatarusanu e Szczesny lo sono assai di più. Proprio come Reed Richards si allungano, si stendono e sanno diventare persino snodabili per arrivare in angoli proibiti ai comuni mortali. Al momento, però, stanno vivendo parabole differenti. Se il portiere della Fiorentina, da ex vice di Neto, sta convincendo gli scettici sulla bontà della scelta di puntare su di lui, quello della Roma – come un Superman strofinato con la kryptonite – da dopo l’infortunio col Barcellona sembra essere diventato incerto e confuso, tanto da far venire voglia a qualcuno di rispolverare quell’usato sicuro chiamato De Sanctis. Ma Garcia sa che un cambio adesso avrebbe il valore di una bocciatura e così oggi confermerà il polacco, sperando però che ritrovi subito i poteri. Perché per essere l’estremo difensore di una squadra a chiara trazione anteriore, occorre essere davvero un supereroe.
La donna invisibile Al netto della inequivocabile differenza di sesso, non è difficile individuare quelli che, da indesiderati, (e quindi invisibili) hanno saputo materializzarsi al momento giusto: Blaszczykowski e Gervinho. L’attaccante della Fiorentina, causa infortunio, sembrava scomparso dai radar internazionali, anche se le sue qualità erano parse sempre indiscutibili. Un esempio? Nell’estate 2007, col Borussia Dortmund, fu uno dei protagonisti di un devastante 4-0 alla Roma di Spalletti, che spinse – senza successo – il club giallorosso a provare ad acquistarlo. In ogni caso, quella della società viola è apparsa una scommessa che finora sta pagando, perché il polacco è riapparso al momento giusto. A pensarci bene, più o meno quello che è successo a Gervinho visto che – ceduto a giugno per 14 milioni all’Al Jazira nell’euforia generale e poi rimasto per capricci di vario genere – è passato dall’essere fischiato dai tifosi persino quando andava in panchina all’avere già 4 reti all’attivo. Il modo migliore per farsi perdonare il mezzo anno sabbatico presosi da gennaio in poi. Quelli sì mesi davvero da attaccante invisibile.
La Torcia Umana Se amate il talento slavo e vi sentite bruciare d’entusiasmo solo nel pronunciare un nome di calciatore che finisce in «ic», oggi a Firenze siete nel posto giusto. Kalinic e Pjanic, infatti, possono essere i Johnny Storm della partita. Il centravanti viola ha già acceso l’entusiasmo dei viola grazie a prestazioni fiammeggianti che l’hanno santificato come capocannoniere della squadra di Sousa. I gol all’attivo sono 6; più o meno quelli che sono serviti alla Fiorentina per arrampicarsi in cima alla classifica. Logico supporre che l’osservato speciale tra i difensori giallorossi sia proprio il croato, che intende salire sul treno della gloria in questa stagione, visto che l’età è quella giusta. Pjanic, invece, è stato un «enfant prodige» del calcio europeo, ma mai come adesso sembra aver scoperto quella vocazione leaderistica che può consacrarlo definitivamente. Logico, però, che il fuoco lui lo accenda in altro modo, ovvero calciando punizioni deliziose che, solo nei suoi anni italiani, lo hanno portato ad una lunghezza di distanza da Sua Maestà Pirlo, però con una percentuale di realizzazione migliore. L’avviso ai viola perciò è chiaro: guai a fare fallo al limite dell’area: ci si potrebbe scottare sul serio.
La Cosa Per entrambi, fisico e muscoli sono da bodyguard. Roncaglia e Dzeko cominceranno con una stretta di mano per poi prepararsi a fare a spallate. D’altronde, «è tempo di distruzione» è lo slogan che recita Ben Grimm prima di cominciare a menare le mani, che abbia davanti un criminale presuntuoso o un alieno che vuole distruggere la terra. Più modestamente, invece, l’argentino dovrà difendere il suo territorio di competenza, mentre il bosniaco avrà necessità di attaccare quello altrui. Abbastanza, comunque, per immaginare una notte di pugni e pepite.
La Gazzetta dello Sport
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