Rossi ha confermato quello che molti sapevano e qualcuno ha scritto lunedì senza ricevere smentite, cioè che dopo l’umiliazione storica con Juve era pronto a farsi da parte. Un atteggiamento che se da un lato gli fa onore — l’allenatore si era messo in discussione prima degli altri — dall’altro ha generato la reazione della società e della squadra: «Da questa situazione ne usciamo tutti insieme». Nessuna resa, nessun alibi, nessuna fuga.
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Fiorentina, o la va o la spacca
A “Marassi” è spareggio salvezza. La Fiorentina col 4-4-2 (COMMENTA).
La Fiorentina arriva a Genova in una situazione al limite della tensione sociale interna, visto che i tentativi precedenti sono serviti a poco può essere un buon motivo per sperare nella scossa che finora non c’è stata, per motivi diversi e quasi mai inattesi: al primo posto, nella classifica delle debolezze nascoste, c’è la mancata condivisione degli obiettivi in uno spogliatoio che in prospettiva ha poco nella sua forma consociativa. Certo molte altre cose non hanno funzionato se in 28 partite la Fiorentina ha fatto la miseria di 32 punti, ma ora il problema è farne altri 10. Dopo aver dato la disponibilità a farsi da parte, Rossi ha accettato di partecipare a un confronto aperto con la squadra, che per la prima volta ha detto la propria con sincerità: nell’ultima fase del campionato è meglio giocare con il 4-4-2, almeno quando è possibile, perché è un modulo semplice che dà garanzie di riuscita più degli altri. Meno sfumature, più concfretezza, Jovetic libero di fare l’attaccante con Amauri senza compiti di copertura sul centrocampista più basso.
Se fosse stato così semplice, perché non pensarci prima? Rossi risponderebbe che non contano i moduli, ma l’interpretazione. Fu la stessa osservazione fatta a Novare dopo la netta vittoria (3-0) raggiunta senza Gilardino, senza Amauri ancora alla Juve e con la difesa a tre. Evidentemente poi la Fiorentina ha perso molte motivazioni per strada, insieme al direttore sportivo concesso in pasto al pubblico indiavolato dopo il 5-0 contro la Juve.
Tutto è cambiato e molto ancora succederà alla fine del campionato, una distanza che sembra comunque siderale in attesa del verdetto più importante, cioè la permanenza nella massima serie. Perché la Fiorentina sa benissimo di non poter scherzare su questo. I sei punti di vantaggio sul Lecce sono un capitale troppo modesto se nel frattempo non arriveranno segnali di risveglio all’intern o della squadra. Oggi a Genova, contro un avversario che per molti motivi avrà voglia di «vendicarsi» sulla Fiorentina, serve un segnale chiarissimo di vita viola. Una partita da «o la va o la spacca», almeno dal punto di vista dei nervi. Gli stessi che in passato hanno tradito la Fiorentina.
Angelo Giorgetti - la Nazione
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