Zero a zero sul campo. Almeno due a due fuori. Lo scontro frontale tra Fiorentina e Juvenuts prosegue. Senza esclusione di colpi. Maledetto fu Berbatov e quell’infinita giornata di agosto. “Da parte nostra non c’è stato nessuno sgarbo. Era un’opportunità di mercato visto che il suo entourage ci aveva garantito che il giocatore non avrebbe accettato Firenze per nessuna ragione al mondo. Voleva il Fulham”. Beppe Marotta sfrutta l’assemblea degli azionisti per alimentare un fuoco che andava piano piano spegnendosi. “La Fiorentina ci dovrebbe ringraziare — aggiunge — perché col nostro intervento le abbiamo risparmiato una pessima figura”. E ancora. “Avevano preparato il comitato d’accoglienza all’aeroporto pur sapendo che Berbatov non sarebbe mai arrivato”. E poi un’altra bordata. “Ci hanno attaccato per giustificare una loro grossa lacuna”. Troppo, per assistere in silenzio. Ed infatti la replica di Daniele Pradè non si è fatta attendere. “Marotta mi ri-
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Fiorentina-Juve, il derby che non finisce
Continua il botta e risposta fra i due club e i patron
dica queste cose guardandomi negli occhi, nel chiuso di una stanza”.
E pensare che tra i due esisteva un’amicizia vera. Profonda. Sincera. Forse è proprio per questo che la ferita sanguina ancora, e non smette di bruciare. Tra i due, ora, i contatti stanno a zero. Mai una telefonata, mai una stretta di mano. “Non l’ho incontrato”, diceva Pradè mentre Fiorentina e Juventus si sfidavano al Franchi. E pazienza se questo muro può ostacolare operazioni di mercato convenienti per tutti. Matri o Quagliarella, per dire. Nomi (non) a caso. “Per trattare con loro adesso avrei bisogno del permesso della mia proprietà”, ha spiegato lo stesso diesse viola.
Già. Della Valle e Agnelli. I primi a darsele son stati loro. Del resto che a Diego quella famiglia non stia particolarmente simpatica s’era intuito, e giovedì sera a “Servizio pubblico” lo ha ribadito. “La Fiat ora è in mano a dei ragazzi. Un confronto con loro in televisione? E’ difficile trovarli, spesso sono in discoteca”. Senza dimenticare “mago Otelma” Marchionne, varie ed eventuali. Impossibile pensare che il sempre più capo popolo bianconero Andrea Agnelli se ne stesse zitto. “L’ultima volta che sono andato in discoteca è stato per festeggiare lo scudetto. Auguro anche a lui (Diego Della Valle ndr) di poterci andare, per festeggiare qualcosa”.
Due a due, appunto. Prima i direttori sportivi, poi le proprietà. Nel mezzo fiumi di parole, attacchi, botte e risposte. Da Berbatov in poi, Fiorentina e Juventus se ne son dette di tutti i colori. Ricordate Conte e lo Sky Box? Oppure Jovetic, i campanelli da suonare e la buona educazione? Non resta che restare collegati, in attesa della prossima puntata. Perché tanto non finisce qua. Scommettiamo?
la Repubblica
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