Ecco la prima finale della Fiorentina dei Della Valle. Quella che mancava da quella Coppa Italia vinta nel 2001 sull’orlo del precipizio dell’era Cecchi Gori. Il 3 maggio la squadra di Montella se la giocherà all’Olimpico con la vincente della sfida tra Roma e Napoli. Una impresa non facile, contro un’Udinese che ci prova fino alla fine. Ma la bravura di Neto (ovazione per lui alla fine) e due gol bellissimi chiudono la storia spingendo la Fiorentina oltre quel 2-1 dell’andata. Montella non ha Borja Valero (squalificato) però recupera Aquilani. Davanti Joaquin frulla in sostegno a Matri. Guidolin sistema Bruno Fernandes alle spalle di Di Natale. La Fiorentina deve fare la partita (ciò che comunque sa fare meglio), l’Udinese vorrebbe lavorare con le ripartenze. Idea che dura giusto tredici minuti, il tempo che serve alla squadra di Montella ad acchiappare quello che cerca. L’azione è formidabile, perché bucare la difesa di Guidolin non sembra facile. Per riuscirci servono fantasia e coraggio, ovvero un pallonetto lungo di Pizarro e una torsione aerea di Joaquin che serve l’assist per il sinistro al volo di Pasqual. Un gol bellissimo, che lancia la Fiorentina in testa alla corsa. Che però non sembra così facile. Lo capisci subito, quando Di Natale e i suoi iniziano a fare pressione.
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La Repubblica: Fiorentina, festa da finale
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