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Fiorentina, stasera sarà un esame di francese contro il Guingamp

Caccia alla prima vittoria in campionato, spazio ai nuovi. Curiosità per la prestazione di Richards

Redazione VN

La Fiorentina trova un punto interrogativo bretone dopo aver messo un solo punto esclamativo in due partite — esclamativo in parte — anche se le occasioni da gol contro il Genoa sono state sei. Abbastanza per trovare giustificazioni e convincersi che la Fiorentina abbia fatto il proprio dovere nonostante la classifica e il primo tempo parzialmente buttato contro la Roma. Logico però che il simpatico Guingamp — rispetto, ci mancherebbe — abbia in questo momento la caratura di una riprova superiore al fascino del suo nome e probabilmente alla forza del suo calcio.

Funziona così, non si deve stupire né impermalire Montella che sta cercando di trovare la quadra nella stagione numero tre del suo comando tecnico: coordinare una rosa di 32 giocatori (26 stranieri, di cui 8 nuovi, con 19 nazionalità complessivamente rappresentate) non deve essere semplice e il tentativo di modificare equilibrio e ruoli ha per ora il risultato più evidente nella dieta di Mario Gomez, nella sua difficoltà di inserirsi nel gioco, in una reattività che certamente non corrisponde a un immagine internazionale scolpita da oltre 300 reti. Una coincidenza forse. Resta il fatto che la partita contro il Guingamp viene inevitabilmente considerata un trampolino di lancio per ripartire, riprendere la rotta, scrollarsi il fastidio dei sospetti: sono le banali leggi del calcio, qualcuno riuscirà mai a cambiarle? Ha la sua importanza perché è la prima del gruppo in una fase a gironi che la Fiorentina vuole chiudere al primo posto, ha inoltre un significato superiore perché nella stagione della «possibile svolta» serve subito un netto cambio di rotta.

Troveranno spazio anche alcuni degli stranieri (otto) acquistati durante il mercato estivo. Per ora Montella li ha lasciati tutti in panchina, o in tribuna, affidando molte speranze sui numeri Marin che si sta allenando a parte per superare alcuni problemi fisici. Vedremo probabilmente Richards, Basanta e soprattutto Badelj, che la Fiorentina ha acquistato con un’operazione last minute dall’Amburgo dopo aver inseguito, in quel ruolo, il rasiliano Fernando. L’arrivo di Badelj non ha suscitato brividi particolari, ma la sua carriera lo colloca nel gruppo dei centrocampisti affidabili. I campioni magari sono un’altra cosa, ma se tutto il sistema funziona — quest’anno è successo a strappi — un innesto di qualità medio alta può fare la differenza. Curiosità anche per la prestazione di Richards: se la Fiorentina dovesse confermare il 4-3-3 sarà utile verificare il suo livello di spinta e la qualità aggiunta nella fase finale dell’azione: in attacco Tomovic ha mostrato spesso i suoi limiti quando serve una maggior confidenza con l’estro e l’ex del Manchester City rappresenta un’opzione su cui potenzialmente puntare. E poi ci sarà Gomez. Ma questa è un’altra storia.

La Nazione