La notte dei teneroni masochisti che fanno ciao ciao all’Europa. Piccola Fiorentina, fragile e senza orgoglio. L’illusione, poi tanta Germania e quattro gol che alzano il muro sul passaggio agli ottavi. A Paulo Sousa restava solo questa strada, ma nessuno (lui compreso), ha fatto niente di serio per proseguire il viaggio. Se la società fosse intellettualmente onesta dovrebbe dire che l’obiettivo della stagione era uno solo: complicarsi la vita. Perché questo la Fiorentina riesce a farlo benissimo. Ognuno mette del suo: la proprietà che gioca al gran risparmio, la società che al mercato non trova mai idee decenti, la squadra che nei momenti decisivi gioca a fare l’autolesionista e il finto guru che fa i suoi scherzetti sulla pelle di tutti, tra formazioni improvvisate e sostituzioni curiose (Bernardeschi, per esempio). (...)
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Ferrara scrive: “Suicidio viola, fuori a testa bassa. Ora la stagione è proprio finita”
L'addio più amaro all'Europa League. Errori e ingenuità, la rabbia dei tifosi
La Fiorentina ha un’anima fragile e la rimonta dei tedeschi comincia da un rigore procurato da Maxi Olivera e prosegue con due disattenzioni della difesa per la gioia dei cinquemila tifosi arrivati dalla Germania e di Stindl, tre gol e una partita ripresa grazie a una Fiorentina distratta e pressapochista. Migliorare la difesa è impossibile, aveva detto Corvino. Eh già. E quando Christensen segna il quarto gol di testa, la paranoia entra nel cuore del Franchi. Poi Sousa toglie Bernardeschi per Ilicic e il dubbio che sia tutta una presa di giro è forte. Povera Fiorentina. Umiliata dalla propria straordinaria pochezza. Ci si può consolare così: viaggiare costa. Ora al massimo ci sarà un tour verso Crotone. Il risparmio è garantito.
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