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Ferrara scrive: “Sousa e il Bologna ricordando la vigilia della metamorfosi”

Un girone esatto fa Sousa parlò così: "Un anno fa spingevo per il sogno. I fatti mi hanno spinto a essere realista". Da lì qualcosa si è rotto

Redazione VN

"Non era nemmeno metà autunno, ma già era facile intuire come sarebbero andate le cose. La Fiorentina si era dimenticata di se stessa, di quello che aveva fatto solo un anno prima, in quel sogno a occhi aperti regalato alla sua gente. Sedici anni dopo in testa alla classifica, e un anno dopo quella fragile illusione la realtà aveva schiacciato ogni emozione possibile". Così Benedetto Ferrara scrive stamani sull'edizione fiorentina di Repubblica.

"«Un anno fa spingevo per il sogno. I fatti mi hanno spinto a essere realista». Così parlò Paulo Sousa l'ex guru diventato semplice impiegato del pallone. Dall'entusiasmo al day by day più grigio. Quello che al netto di anglismi very cool può tradursi semplicemente tran tran, una roba più onomatopeica che spiega bene il concetto. Era proprio la vigilia di Bologna-Fiorentina, quando l’allenatore della Fiorentina fece il suo outing. La festa è finita, insomma, inutile farsi illusioni e cerchiamo di arrivare alla fine senza troppi danni. Il riferimento ai mancati investimenti era abbastanza evidente. Questa volta Sousa non aveva parlato di uova e di esempi culinari (la cucina è una delle sue grandi passioni) ma aveva tirato in gioco una parolina tanto semplice quanto stracolma di significati: sogno. Già. È per il sogno che il tifoso soffre e prende l’acqua, per il sogno che si fa venire la gastrite e tira fuori i soldi confidando in qualcosa che lo trascini oltre il recinto delle banali quotidianità".

L'ARTICOLO COMPLETO SULL'EDIZIONE FIORENTINA DI REPUBBLICA

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