Leggiamo insieme l'articolo di Benedetto Ferrara, che ha parlato su La Repubblica di Pioli e della sua nuova Fiorentina, pronta a scendere in campo contro l' Inter di Spalletti e dei cinesi.
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Ferrara scrive: “Pioli e la sua scommessa, in casa dei ricchi cinesi”
Vediamo insieme l' articolo i Benedetto Ferrara per la Repubblica
"Sarà una scommessa. Di quelle accattivanti, però. La Fiorentina azzerata e ricostruita è circondata da mille aggettivi, tutti ipotetici, per ora: fresca, ambiziosa, ingenua, improbabile, sorprentente, risparmiosa, speciale e via così. Che sia la squadra più giovane del campionato invece è una realtà codificata dai numeri, e questa è la grande novità di questa stagione nuova di pacca guidata da un allenatore nuovo anche lui, con la barba da asceta e il cuore gentile, nei modi e nel suo credo, che però ha le sue regole di ferro: la prima sta nel porre il suo ego dietro alla sua missione.
Parole poche, immagine semplice, senza fronzoli. Una vecchia scuola che un po’ mancava, in questo mondo strofinato col brillantante dove ciò che appare conta molto più di ciò che realmente è. Stefano Pioli è educato ma tosto. Molto.
Non è un giovane rampante come Montella e nemmeno un guru recitante come Paulo Sousa.
Il nuovo allenatore della Fiorentina si è sbattuto una vita, è arrivato alla Lazio e al Bologna, ha stupito tutti e poi è stato risucchiato nel vuoto prima di passare quasi per caso dall’Inter.
Bene, benissimo, male, malissimo, addio. A Milano volevano una rock star, quando la squadra lo ha capito è finito tutto. «Ma a me il passato non interessa, sarò emozionato perché sarà la mia prima partita sulla panchina della Fiorentina », dice lui. Poteva andare meglio, certo, ma se ti devi scontrare con qualcosa che ti è rimasto incagliato dentro meglio farlo subito e poi digerirlo per sempre. Anche i rischi sono più dalla parte della super favorita che della squadra di ragazzi che vuole giocarsela e divertirsi. «Siamo pronti, vogliamo giocare con entusiasmo e coraggio, ma questo non significa non avere equilibrio», dice Pioli, chiamato alla guida di un’idea che ha i suoi limiti ma anche un grande fascino, perché la squadra giovane, senza arrivare a citare la Fiorentina ye ye che fece la storia, attrae sempre e comunque l’amore della sua gente. La voglia di sorpresa è quella che richiama i tifosi dalla parte della fiducia. E poi quel puntero argentino col nove. Si chiama Giovanni Simeone, ma può chiamarla evocazione emozionale. Gioca, non gioca? Dice il tecnico lui: «Farò tutte le valutazioni. Babacar ha fatto un buon precampionato ma non eccezionale. Simeone l’ho trovato molto bene, carico e voglioso, con grande entusiasmo». Sì, toccherà a lui (stasera, 20,45), che tra l’altro ha già giocato e segnato in Coppa Italia con la maglia del Genoa. Su Kalinic Pioli ha da dire la sua: «Certe situazioni andavano risolte prima». Ma quel centravanti con la garra potrebbe essere un’arma fondamentale per il gioco di una squadra che per farsi valere sovrà essere umile e allo stesso tempo carica di ambizione. Cuore, corsa e divertimento, questo servirà. Il campionato insegna che con l’autofinanziamento è possibile anche ottenere qualcosa di buono. Lotito da questo punto di vista ha centrato i suoi obiettivi e alzato le sue coppe. Il tutto sfidando contestazioni a malumori. L’Atalanta ha sorpreso tutti raccogliendo i frutti dal vivaio. La Fiorentina voleva incassare parecchio, diluire la spesa anche per stangare il monte ingaggi. Ma saranno solo i risultati a raccontarci quanto questa strada sia giusta: di sicuro ora l’ambiente è compatto. Anche questo è un bene. E il tutto ricomincia in casa di ricchi cinesi, contro un bel pezzo di passato. Può capitare. È capitato alla prima."
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