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Ferrara scrive: “Nel segno di Sousa”

Dopo voci e sussurri, la prova del campo

Redazione VN

Un estratto del pezzo di Benedetto Ferrara su La Repubblica:

"Troppi discorsi. Dal mercato con le sue polemiche, arrivando alla improbabile divagazione sulla terza maglia passando per il presunto trasloco “misterioso” di Sousa, finalmente si torna al campionato e al calcio vero con il quale la Fiorentina si misurerà in una trasferta difficile ma buona per valutare la temperatura emotiva della squadra e del suo allenatore, che da gennaio in poi non sembra più lo stesso (...) Da quando si è permesso di dichiarare il suo scontento è cambiato tutto. Gli hanno detto: lei pensi ad allenare, al resto pensiamo noi. Fine. Beh, adesso che il mercato è alle spalle e che è partito anche Alonso («E anche Roncaglia» ci tiene a ricordare il magico Paulino), quello che è successo non conta, e ogni pensiero retroattivo serve solo a creare eventuali alibi a un gruppo che invece adesso deve provare a dimostrare il suo valore (...) La cessione di Alonso non gli ha fatto fare salti di gioia, ma adesso Paulino sta più sul suo, obbedisce agli ordini di superMario Cognigni e si tiene in una posizione di mezzo. Come dire: la società deve prendere le sue decisioni, e io mi adeguo. Dice Sousa «(...) Il mio lavoro è dare il massimo per far crescere tutti e lavorare bene con loro». E questo concetto Sousa lo ripete più volte, per far contenti i datori di lavoro e cercare di attutire il peso di vecchie polemiche, quelle che a questo punto sarebbero solo atti di autolesionismo. Guardando il bicchiere mezzo pieno, Sousa ammette anche che comunque la rosa è stata allungata. La sua è una analisi fredda e sincera. (...) Il problema però è andare oltre. Anche perché da una parte i tifosi hanno preso coscienza delle scelte della società, però sono anche convinti che, nonostante questa strategia alla meno, Sousa deve tornare a dimostrare qualcosa che scaldi i cuori: gioco, determinazione, intensità, voglia di stupire. Altrimenti il termine “emozionale”, tanto caro allo storytelling del tecnico e del fido Sem, è destinato a restare confinato nel recinto delle famose supercazzole del bravo allenatore portoghese, che sorride per far vedere che è contento e dice che a Firenze sta bene (...)"

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