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Ferrara scrive: “L’eredità di Corvino, operazione gran risparmio”

L'analisi di Benedetto Ferrara sulle parole di Corvino e sulla Fiorentina che verrà

Redazione VN

"Il primo obiettivo era chiaro: tagliare il monte ingaggi. Il secondo era chiarissimo: mettere insieme delle belle plusvalenze. Il terzo conseguente: spendere un po’ di soldi (non tutti, infatti la Fiorentina arriva in fondo con 38 milioni di attivo, un record) per mettere insieme una squadra decente e dare la possibilità a Pioli di fare una stagione dignitosa, con giovani interessanti, altri “normali”, altri esperti mestieranti. C’era chi si aspettava qualche colpo. Ma era evidente che la Fiorentina non poteva andare a prendere gente di un certo livello, per il semplice motivo che il monte ingaggi era la priorità, e certi calciatori chiedono cifre che questa società a dieta stretta non può permettersi. Così si spiega il fatto che Mor è andato al Celta Vigo (non al Barcellona) e Jesè allo Stoke City (non allo United), società che però evidentemente non dovevano trattare in modo estenuante su ingaggi da smezzare e altre tristi complicazioni. Questo è stato un mercato davvero originale.

C’era da vendere molto e da comprare altrettanto. C’è chi lo chiama nuovo ciclo, chi ridimensionamento. Diciamo che probabilmente la verità sta nel mezzo. In economia si tratterebbe della cosiddetta “decrescita felice”. In questo caso “felice” per i padroni, che hanno ridotto di parecchio i costi e per questa ragione premiato il loro direttore generale con un prolungamento fino al 2020. Non è stato un mercato esaltante e anche se le cessioni erano meditate da tempo, alla fine la Fiorentina ha avuto i suoi problemi, vedi l’estenuante trattativa Kalinic, perché tutti sapevano che Cognigni voleva fare cassa e quindi prendevano tempo. Anche convincere i giocatori a venire in una società dove il numero uno ha preso le distanze da tempo e il numero due ha fatto “un passo indietro” non è semplice. Insomma, il medio livello dichiarato coi padroni altrove non è esattamente allettante per i giocatori, anche se poi è giusto ricordare che la società è sana, gli stipendi vengono pagati puntualmente e Firenze è una città speciale. Tutto bello, ma forse non sempre basta..."

L'ARTICOLO DI BENEDETTO FERRARA SULL'EDIZIONE FIORENTINA DI REPUBBLICA IN EDICOLA OGGI

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