Ferrara scrive: “Finalmente la coppa, passione e intensità. Provaci Fiorentina, è la tua occasione”

Bentornati in Europa. Era ora, perché il campionato italiano al momento è quello che è: prevedibile, scarsamente appassionante, lento e a tratti grottesco, una volta stabiliti vincitori e sconfitti ai primi di gennaio. Certo, ci sarà sempre la lotta per l’Europa. Ma allora è meglio viversela anche al presente questa Europa, cercando di spremerla il più possibile per tirarne fuori il meglio. E quindi: benvenuti al nord. Mönchengladbach, che a scriverlo fa più paura che a dirlo, cittadella tra il tardo gotico (quasi nulla) e il post Osmannoro (quasi tutto). C’è il sole, però. Buona notizia. E la Coppa significa anche l’eccitazione di ritrovare stadi degni di questo nome. Stadi quelli con la gente stretta stretta a fare il tifo, odore di cibo (o qualcosa che gli somiglia) e musica a palla. Non quelli come i nostri, che sembrano costruiti per un mondo alieno, un mondo che non esiste più.

Passione e intensità: la Fiorentina torna a farsi vedere sul palcoscenico, lei così scontrosa e incostante, che non deve avere paura, però, perché sennò addio. La sensazione, infatti, è che la squadra di Sousa ancora non abbia molto le idee chiare su se stessa. A volte gioca con la sufficienza molle della nobile decaduta (per fine ciclo), a volte (la versione che ci piace), con l’entusiasmo dei suoi giovani e l’orgoglio di qualche vecchia lenza decisa a non mollare la presa. Beh, in Europa potrà avere strada soltanto la Fiorentina seconda versione, anche se oggi mancherà Chiesa, cioè il carburante del cuore, la più bella notizia di questa stagione stralunata e scarsamente divertente. Orgoglio e attenzione, rispetto ma non paura, perché altrimenti si rischia l’autolesionismo. (...)

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