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Ferrara scrive: “Dal sole al temporale e anche il gioco viola annega nella pioggia”

Un solo tiro con Ilicic su punizione. Juric urla sotto il diluvio, Sousa no

Redazione VN

Vi proponiamo un estratto dell'articolo di Benedetto Ferrara su la Repubblica Firenze:

"Ivan Juric è in piedi, sotto la doccia violenta che arriva dal cielo improvvisamente scuro. Capelli zuppi, maglietta bianca appiccicata alla pelle, i piedi che fanno ciaf ciaf nelle sneakers fradice. L’allenatore del Genoa grida infoiato, la pioggia non gli fa paura. Quella mette in fuga gli abitanti della tribuna centrale, metà coperta e metà insomma. C’è anche un vento improvviso a complicare tutto. Intanto Sousa si ripara sotto la tettoia della sua panchina. Ha il K-way, i capelli a posto e poca voglia di bagnarsi. I suoi soffrono. Ma, soprattutto, non tirano mai nella porta di Perin. Lo fa Ilicic su punizione un attimo prima che Banti sospenda la doccia collettiva. Un sinistro floscio, un tiro malinconico che mette fine a un pomeriggio fantozziano. Perché poi il meteo di Genova diceva sole pieno. Ma le notizie meteo ormai sono come quelle del calcio mercato. Forse, pare che, si dice. Quindi t-shirt per tutti. Fa un caldo che nemmeno a Dakar. I tifosi arrivano in motorino direttamente dal mare. Se guardi bene laggiù c’è un nuvolone nero. Ma non è possibile immaginare che il paesaggio da domenica buona per un’abbronzatura da oscar si trasformi in un buio fitto che ti rimanda a casa dopo nemmeno mezz’ora. Beh, il fatto è che quando la bomba d’acqua cade su Marassi ti accorgi che qualcosa non funziona. Nel giro di tre minuti la parte del campo che corre davanti alla tribuna insieme a Maxi Olivera è già allagata. Sembra di stare al Gualandi, o alla Reman negli anni 80, quando nei torneini dell’Aics le partite si giocavano anche nel fango ad altezza ginocchia. Hai pagato. Mica puoi tornare un’altra volta? L’incubo del rinvio avanza insieme al Genoa, che colpisce una traversa con Laxalt, uno della nazionale degli ex obiettivi viola. La Fiorentina fa poco. E quando inizia a scendere la pioggia fa anche meno. Il Genoa ha la grinta del suo allenatore, la Fiorentina anche. E questo sembra il problema. Ce n’è anche uno tecnico-tattico, anzi un paio. Il primo vede protagonista il mitico Tata, che esce di testa per una respinta e la passa a Rigoni. Il suo tiro sembra facile: la porta è vuota, ma è Astori a salvare la pelle ai suoi e al suo portiere. Poi c’è Kalinic, solo, troppo solo. Il croato si sbatte ma non sa con chi discutere di calcio. Lo capisci quando prende la palla, supera l’avversario e punta la porta. Ci vorrebbe qualcuno per un uno-due. Ma non c’è. Ilicic è altrove, Borja chissà. Kalinic si arrende a tre difensori".