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Ferrara scrive: “Caccia all’idea giusta, per non avere rimorsi”

In passato, nella finestra di riparazione, sono arrivate delusioni, ma anche belle sorprese

Redazione VN

Se pensi al mercato di gennaio, anche non volendo, a un certo punto ti arriva di corsa in testa il nome di Fabrizio Ficini e chissà perché. Certo, non devi essere un ragazzino, perché il centrocampista dell’Empoli che arrivò a Firenze nel freddo di un gennaio di sedici anni fa, mentre la Fiorentina andava a mille e i tifosi pure, oggi ha 42 anni e col calcio giocato ha chiuso da un pezzo. Ma la sindrome di Ficini è quella cosa che prende lo stomaco del tifoso quando è autunno pieno e già si pensa a come sarà rinforzata la squadra in quel mese che apre l’anno nuovo, durante la finestra di mercato utile spesso a sistemare la rosa e più spesso a raccattare bidoni.

Diciamo che il Ficini “fiorentino” non aggiunse nulla a quella magnifica squadra, l’ultima a vivere da capolista prima che Sousa, sedici anni dopo, la riportasse lassù. Non fu colpa del mediano arrivato da Empoli se i sogni restarono tali, ma della sfortuna (il ko di Batistuta) e del carnevale di Rio che, come le sirene di Ulisse, incatenò Edmundo al desiderio di fuga. Comunque, la sindrome di Ficini è quella cosa che negli anni ha creato un po’ di problemi alla Fiorentina a rinforzarsi davvero, una volta passato il Natale. Da Bonazzoli a Matri poche gioie e troppe facce cancellate dalla memoria. Tipo Anderson, ex fenomeno dello United arrivato a Firenze con la forma fisica del Masala dopo un passaggio dai Briganti e rinforzino dal Latini. Recentemente non fu male l’arrivo di Salah, uno che amava correre veloce, soprattutto scappare di corsa altrove.

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L'articolo integrale di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica