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Ex viola, quel raduno di talenti

Bravi così. Senza clamore e con un semplice passaparola, alcuni giocatori del passato (passato sì, vecchi mai) s’incontrano ogni anno al Poggio Imperiale per gli auguri. E’ anche un atto …

Redazione VN

Bravi così. Senza clamore e con un semplice passaparola, alcuni giocatori del passato (passato sì, vecchi mai) s’incontrano ogni anno al Poggio Imperiale per gli auguri. E’ anche un atto d’amore verso la Fiorentina. 

Erano in tanti, sere fa, campioni del primo scudetto e del secondo scudetto. C’era Ardico Magnini, ed erano state invitate la signora Silva (non Silvia) Prini e sua figlia Paola, Cristiana Segato, nonché la signora Cervato. Un incontro semplice. Secondo scudetto? Chiarugi, eccolo lì. Fra tutti i presenti vogliamo ricordare subito Salvatore Esposito, detto Ciccio, con un perché non da poco. Aveva infatti 14 anni, dicesi 14, quando la Fiorentina lo ingaggiò. Prezzo? Sulle trecentomila lire. 

Ciccio giocava in Campania, tra Torre Annunziata e Castellamare. Andò a vederlo Biagiotti, osservatore viola, su indicazione di Pandolfini, poi arrivò Chiappella. «Devo tanto e poi tanto a Chiappella», dice Esposito, «l’ho avuto non solo nella Fiorentina, ma anche nel Verona e nel Napoli». Anche una partita in Nazionale, vero? Eccoli dunque tutti insieme, Gonfiantini, Desolati, Di Chiara, Carpanesi (un gol a Ferrara nell’anno del primo scudetto), Paolo Rosi (gol decisivo, vittoria in Coppa Italia).

E poi ancora Florio, Piccinetti, Moreno Roggi il capo, e beninteso Kurt Hamrin, «il più fiorentino» tra i tanti ex viola, vive da queste parti da anni e anni.

La Svezia? Un giretto d’estate, ma la famiglia è qui.

Senza clamore, si è detto. Gente come tutti loro non ne ha bisogno.

Giampiero Masieri - La Nazione