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Ennesima lite in Lega A

Tanto per cambiare non c’è accordo. Il campionato, dopo la morte di Piermario Morosini, ripartirà nel prossimo week end, ma ancora non si sa con quale giornata: la 33ª, ovvero …

Redazione VN

Tanto per cambiare non c'è accordo. Il campionato, dopo la morte di Piermario Morosini, ripartirà nel prossimo week end, ma ancora non si sa con quale giornata: la 33ª, ovvero quella appena rinviata per la tragedia di Pescara o la 34ª, secondo il vecchio programma? La Lega è spaccata. Da una parte un gruppo di società, più numeroso ma meno agguerrito, che punta sullo slittamento del torneo, in modo da non cambiare le condizioni in un momento delicato della stagione, quando ci sono in ballo lo scudetto, la corsa al terzo posto e quella angosciosa per la salvezza. Dall'altra un cartello più piccolo però molto più agguerrito, deciso a far valere le proprie ragioni sino alle conseguenze più estreme. È una situazione incandescente, che espone il calcio italiano alla solita brutta figura. Neppure di fronte alla morte il pallone riesce a fare fronte comune.

Il caso non è semplice. Marco Brunelli, direttore generale della Lega, l'uomo preposto a dirimere la questione, ha avviato le consultazioni già sabato pomeriggio. L'idea di partenza era quella di ripartire da dove il campionato si era interrotto. Ma non tutti sono d'accordo. A guidare il partito dei ribelli Ernesto Paolillo, amministratore delegato dell'Inter, spalleggiato da Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli. Per loro la soluzione proposta dalla Confindustria del pallone è un compromesso inaccettabile, nel pieno disprezzo delle regole. Parole forti quelle dei due club che, nella questione, sarebbero appoggiati anche da Genoa e, in maniera più defilata, Udinese. La linea dei quattro è semplice: ripartire con la 34ª giornata e giocare il 25 aprile quella appena saltata. «Il regolamento è chiaro e non parla di slittamento: ciò che è saltato va recuperato alla prima data utile. Del resto così è successo quando è stata rinviata la prima giornata per lo sciopero», fanno sapere all'Inter.

Mentre la Lega Pro ha deciso nel giro di due ore come recuperare la giornata saltata per il lutto, la serie A deve attendere stasera alle 18 quando è stato indetto un Consiglio di Lega straordinario, convocato in fretta e furia per fronteggiare la grave emergenza. Per una volta Milan e Juventus sono in sintonia. I bianconeri sono moderatamente per lo slittamento, i rossoneri non hanno ancora preso una posizione ufficiale. «Nel 2005 quando il calcio si fermò per la morte di Papa Wojtyla, da presidente della Lega scelsi di far slittare il campionato e anche adesso mi sembra la soluzione migliore. Ma non faremo battaglie, non è il momento», l'osservazione di Adriano Galliani, che si trasforma in una frecciata all'Inter, che è pronta ad andare sino in fondo, magari coinvolgendo il Consiglio Federale. Nel mirino nerazzurro il vertice della Lega visto che per Stramaccioni poco cambierebbe essendo atteso da due trasferte (Udine e Firenze). La questione è complicata ed è difficile anticiparne l'esito. Anche all'interno del gruppo più numeroso la visione è differente. La Fiorentina è sulla stessa linea del Milan, cioè preferirebbe lo slittamento, ma tiene conto delle esigenze dei tifosi (sono già stati messi in vendita i biglietti per la partita con l'Inter). La Roma è per lo slittamento e in un primo tempo aveva chiesto informalmente di posticipare la sfida con il Napoli, anticipo della 35ª giornata (e di conseguenza Chievo-Roma del 1° maggio) per non giocare tre gare in sei giorni. Ma poi è arrivata la dura presa di posizione di Franco Baldini, d.g. giallorosso, conscio del momento: «Dopo un giorno e mezzo di frenetiche consultazioni telefoniche una Lega Calcio evidentemente delegittimata non è in grado di prendere una decisione. Siamo persone che anche nelle situazioni più tragiche non riescono a non cadere nel ridicolo. La Roma accetterà qualsiasi soluzione».

Alessandro Bocci - Corriere della Sera