«Quella con la Fiorentina è una sfida tra una portaerei e un gozzo». Firmato: Giovanni Martusciello. Della serie: Davide contro Golia. O qualcosa del genere. Del resto, per l’Empoli, il “derby” è sempre stato così. Grandi contro piccoli. Oppure, come ama dire il presidente Corsi, «la gara tra quelli che si sentono ricchi e i cugini di campagna». Parole e pensieri che nascondono una gran voglia di ribaltare i valori. Certo, il momento non è dei migliori. Anzi. Da qualche mese l’Empoli è entrato in un tunnel del quale non pare intravedere la fine: sette sconfitte e un pareggio (col Pescara) nelle ultime otto partite. Un’inchiodata che, all’improvviso, ha spalancato le porte dell’inferno. Altroché salvezza sicura a gennaio. Così pareva. Adesso no. Adesso il Crotone è lì, e respira forte sul collo di Maccarone e soci. «Sapevamo che avremmo dovuto soffrire fino alla fine», ha spiegato ieri Martusciello. Vero. Eppure, ultimamente, non c’erano più abituati. Campionati da record, salvezze tranquille. Gioco spettacolare, talenti in vetrina. Prima con Sarri, poi con Giampaolo. Anche per questo, forse, l’ambiente attorno alla squadra si è fatto pesante. Nel frattempo, ed è forse l’unica buona notizia da un paio di mesi ad oggi, l’Empoli ha ritrovato Mchedlidze. La cui assenza, e probabilmente non è un caso, è coincisa con l’inizio della crisi. La domanda è: giocherà dal primo minuto? Un dubbio che Martusciello si porterà dietro fino all’ultimo momento anche se la tentazione di buttarlo dentro fin sa subito è forte. Anche perché se non segna lui, in questa squadra, non lo fa nessuno. Sono diciotto, infatti, i gol segnati dagli azzurri in campionato. Nessuno, in Europa (considerando Liga, Premier, Ligue 1 e Bundesliga) ha fatto peggio. Ecco perché il rientro dell’attaccante georgiano pesa.
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Empoli, a Firenze per scacciare i fantasmi: si punta su Mchedlidze
Da qualche mese l’Empoli è entrato in un tunnel del quale non pare intravedere la fine: sette sconfitte e un pareggio (col Pescara) nelle ultime otto partite
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