Giovedì 20 è la data segnata sul calendario per le elezioni del presidente della Lega di Serie A. Maurizio Beretta è in scadenza, Andrea Abodi, che proprio ieri ha annunciato le imminenti dimissioni da presidente della Lega di B, va in pista per il salto, ma il fatto politico è un altro: Juventus e Milan, le due storiche alleate, al momento sono posizionate su due fronti opposti. I bianconeri appoggiano Abodi, i rossoneri candidano Ezio Maria Simonelli, commercialista e presidente del collegio dei revisori della Lega. Nei prossimi giorni proprio questo snodo sarà cruciale: visto che Juve e Milan hanno sempre camminato a braccetto per le questioni politiche, v'è ragione di credere che, prima della resa dei conti, possa maturare una convergenza su questo o quel nome.
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Elezioni in Lega, Fiorentina incerta
Giovedì 20 è la data segnata sul calendario per le elezioni del presidente della Lega di Serie A. Maurizio Beretta è in scadenza, Andrea Abodi, che proprio ieri ha annunciato …
La mossa rossonera, quella di lanciare Simonelli, il cui profilo viene ritenuto il più adatto a guidare la Lega in questa fase, servirà a capire la portata dei consensi che una simile opzione potrà riscuotere, tenuto conto che Lazio, Genoa e Cagliari hanno già espresso la loro contrarietà all'ipotesi Abodi e che Torino e Chievo, oltre alla Fiorentina, restano incerte. Maurizio Beretta, che nel marzo 2011 annunciò le dimissioni dopo aver assunto l'incarico di responsabile della struttura Identity and Communications di UniCredit, non è tagliato fuori dai giochi: della sua riconferma si è cominciato a parlare alcuni mesi fa, e il suo sponsor principale, il patron biancoceleste Claudio Lotito, è una figura carismatica in Lega, ago della bilancia tra gli interessi delle big e quelli delle medio-piccole. Da un sondaggio tra i club, tuttavia, i consensi attorno al presidente uscente, che prudentemente non ha mosso alcun passo, paiono minoritari.
Cambiare
In pole c'è Abodi, ma il quorum dei 14 voti (dopo le prime due votazioni a 15) è un ostacolo duro da superare. Il no 1 della B, che manterrà la sua carica fino al consiglio federale di venerdì, viene accreditato di una decina di preferenze. Il dato forte è che accanto alla Juve ci sono altre due grandi come Inter e Roma, forse Napoli, Sampdoria, Udinese, sicuramente (o quasi) Palermo, Siena, Atalanta, Pescara, Parma e Bologna. Insomma, c'è una fetta consistente di società che si aspetta il cambiamento, anche se nel segreto dell'urna può succedere di tutto. Se non si raggiunge il quorum, e l'impressione è che il 20 non ci si riesca, lo stallo può scatenare qualsiasi scenario. (...)
La Gazzetta dello Sport
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